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L' architetto
Data: 10/12/2020, Categorie: Gay / Bisex Autore: nh-paul
... contatto mi fa impazzire. Muovo una mano, titubante non so che fare, ma via! se so far godere una donna vuoi che non sia bravo con un uomo! ....... Gli tocco la schiena che freme, gli succhio i capezzoli turgidi, gli infilo la lingua in un orecchio e, finalmente, mi faccio forza e lo tocco anche lì: non grande, ma duro come granito, il suo cazzo ha una sua bellezza e sebbene sia proprio la mia prima volta, mi fa piacere accarezzarlo. Giorgio a questo punto, ruota sopra di me e, finalmente, me lo prende in bocca … non ce la faccio proprio più e sborro ad ondate calde e continue, mentre lui inghiotte tutto. Ma come fa? Rimedia dice che non si può, che la strozza! e lui invece sembra godere di questa bevuta. Per gratitudine, mentre si forma il pensiero “beh, è fatta, adesso me ne vado”, gli prendo in mano l’uccello, gli abbasso il prepuzio e comincio a fargli una sega. Mi lascia fare, ma capisco che non è questo che vuole. Ueh! Cosa cazzo vuoi? E’ già tanto che ti faccio una sega e da me un pompino non lo avrai mai! Ma non è quello che vuole, le sue continue carezze sulle spalle, sulla schiena, si fermano sempre sul culo. Poi, sul buco. Se questo spera di incularmi si sbaglia di grosso! Ma sì se me lo vuoi leccare fa pure, tanto li dentro non ci vai! Ma, quando la sua lingua incomincia a titillarmelo, a trovarsi una strada dentro di me, non capisco più niente, apro il più possibile le gambe per agevolarlo, e lo lascio fare, anche ...
... quando sento che un dito si avventura dentro, che esce e che entra, ma forse son due! No è impossibile, cosa vuole da me? “Cosa vuoi da me, Giorgio?” “Ti voglio”, sussurra. E urlo “siiii” nel silenzio dei miei pensieri e quando a quel dito sento sostituire un qualcosa di liscio, duro, e morbido allo stesso tempo, vedo un cielo blu, un mare che lo rispecchia e un sole che mi abbacina. E mi sembra di svenire dal piacere. “Mai sensazione più bella, mai godimento più profondo, mai ho sentito di appartenere a qualcuno come a te!” E i suoi occhi sorridono e la sua bocca si stampiglia sulla mia e il bacio va a coronare ogni residuo di piacere. Non parliamo e anch’io spero che non dica niente, sprofondato come sono in un piacere proibito che stento ad accettare come venuto da lui. Apro solo gli occhi quando sento che sta dicendo al telefono che deve andare a Fordongianus per scegliere una certa pietra e che Tore, se non gli spiace, lo accompagna per guidare l’auto. Ma, a me non chiedi niente! Penso, in fondo contento, che ha deciso tutto lui. Le sue mani ritornano su di me: di nuovo fremo per quei toccamenti, per quei piccoli morsi che mi dà ai capezzoli, per le leccatine che mi fa nell’incavo dell’ascella o sulla punta del cazzo, che è andato risvegliandosi. Debbo assolutamente andarmene! penso lasciandolo fare. Mi viene in mente l’immagine sfocata di Rimedia, le sue goffe palpate, la ritrosia nel toccarmelo, le labbra semichiuse in un ...