1. Appartamento all'ultimo piano - 3


    Data: 26/12/2020, Categorie: Gay / Bisex Autore: adad

    ... amici, di cui due puttanelle che conoscevo di vista. La delusione mi crollò addosso come un macigno! Ma che cazzo…, gemetti, e rimasi appostato dietro la finestra, incapace perfino di muovermi, mentre li sentivo salire rumorosamente le scale e poi entrare chiassosamente in casa.
    
    Ero annientato! Tutte le mie fantasie andate a farsi fottere! Cominciai a ciondolare per casa, sperando che i rompicoglioni se ne andassero, dandogli modo di salire da me.
    
    Ma i rompicoglioni non se ne andavano, anzi il chiasso e le risate al piano di sotto aumentavano di tono e di intensità, soprattutto quelle delle due puttanelle inequivocabilmente in calore. Immaginai come minimo che stessero facendo un’ammucchiata. Immaginai, con una fitta alla bocca dello stomaco, Miljan e gli altri nudi e col cazzo inastato, che giocavano al tiro al bersaglio nella fregna sbrodolosa di quelle due troie! Che rabbia!
    
    Cercai di darmi una calmata, di mangiare qualcosa, ma ero troppo stressato, feci fatica perfino a sbocconcellare un paio di biscotti.
    
    E intanto il tempo passava… le otto… le otto e dieci… le otto e quaranta… le otto e quarantadue… le nove… e il chiasso al piano di sotto era sempre lì, ora più, ora meno alto. Alle dieci, non ce la feci più. Mi resi conto che ormai non sarebbe più venuto e dissi fra me: Beh, vaffanculo!
    
    Tolsi di mezzo quella merda di DVD etero, ne inserii nel videoregistratore uno gay, mi tolsi quel perizoma del cazzo e mi sdraiai nudo sul divano per farmi almeno una ...
    ... sega, prima di scoppiare. Ad un certo punto, decisi che tanto valeva chiudere in gloria la serata, infilandomi un bel dildo vibrante nella mia “calda figa di burro”…
    
    Mi stavo giusto alzando per andarlo a prendere, quando mi accorsi che il chiasso al piano di sotto era finito e che qualcuno stava bussando discretamente alla porta. Cazzo! rimasi un istante come fulminato… Ero semplicemente indecente, senza mutande, col cazzo pressurizzato e un film porno sul televisore, in cui un ignoto frocetto si stava affannosamente slogando le mascelle sul meganerchio di di chissà quale stallone americano, che lo incitava a furia di “suck me, yeah!”... Mi guardai attorno disperato… “suck my big dick!”
    
    Poi ancora due colpetti discreti alla porta… “Suck… suck me”… Ero come paralizzato. Poi, oh vaffanculo, mi dissi e andai ad aprire, coprendomi alla meglio con la mano il cazzo spasmodicamente eretto.
    
    Fu la faccia sorridente di Miljan che comparve nello spiraglio della porta.
    
    “Ehilà, ciao, - gli dissi con un sorriso da far invidia a miss Italia – vieni” e aprii la porta.
    
    Era venuto!
    
    “Scusa ritardo. – disse lui – Ma venuti amici e bevevano birra e fatto casino e non riuscivo mandarli via. Scusa se tardi, ma promesso che venivo, giusto?”
    
    “Hai fatto benissimo.”, lo rassicurai, indicandogli con la mano il soggiorno e sentendomi quanto mai ridicolo col sedere completamente in bella mostra e la mano a coprirmi un’erezione assolutamente innascondibile.
    
    “No, venuto solo salutare e ...