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Appartamento all'ultimo piano - 3
Data: 26/12/2020, Categorie: Gay / Bisex Autore: adad
... chiedere scusa. E’ tardi, vado via.” Col cazzo che te ne vai! “Ma no, vieni, non preoccuparti.”, e lo spinsi con un colpetto alla schiena. In soggiorno, Miljan si bloccò alla vista del glorioso pompaggio che il frocetto stava praticando al mastodontico randello. “Scusa… - balbettai, non sapendo che dire – non ti aspettavo più e allora… Spengo subito.”, e presi il telecomando. ”No, lascia, - disse lui – a te piace guardare.” Nella foga di prendere il telecomando, mi ero tolto la mano dal cazzo, che ora ballonzava spudoratamente turgido davanti ai suoi occhi. Lo fissai negli occhi, imbarazzatissimo, poi lui mi venne vicino, mi poggiò una mano sulla spalla e mi disse testualmente: “Tu… vuoi fare pompino a me, giusto?” Se volevo? Senza neanche rispondergli, mi inginocchiai, gli sganciai i pantaloni e glieli tirai giù con tutte le mutande. Il suo cazzone quasi mi sbatté sulla faccia. Era in piena erezione pure lui! Gli soppesai un momento i coglioni voluminosi, quindi mi accostai e mi diedi a leccargli la cappella sbavata, come una cagna golosa. Poi lo presi in bocca e cominciai a spompinarlo con tutta la voglia accumulata durante la giornata. Per non perdere l’equilibrio, Miljan si afferrò con entrambe le mani alle mie spalle. Le palle gli ricadevano sciolte e pesanti in mezzo alle gambe leggermente divaricate. Allora, mentre con la destra gli impugnavo la mazza, per tenermela ben salda nella bocca, con la sinistra gli carezzai lo scroto, prendendolo ogni ...
... tanto a tutta mano e tirandolo un poco, cosa che gli faceva emettere un flebile sospiro. “Take my big dick in your ass!”... Mi giunse dal televisore alle mie spalle…”Take it!” Capii che lo stallone stava inculando il suo frocetto… “You like my big dick in your ass!” D’impulso, smisi di sbocchinarlo e mi alzai in piedi. Miljan mi guardò stupito; io gli presi la mano e me la poggiai sul sedere, fissandolo negli occhi. “Vuoi?...”, gli chiesi con voce soffocata. Esitando, lui mosse la mano a carezzarmi la natica. “Inculami, per favore…”, quasi lo implorai. Non ci fu bisogno d’altro. Miljan mi abbrancò il culo con entrambe le mani e prese a impastarmelo con frenesia, mentre io mi stringevo a lui inebriato dalla sua pelle calda a contatto con la mia, dall’odore maschio e pungente delle sue ascelle sudate, dal calore del suo cazzo che mi premeva sotto le palle, mentre lo tenevo stretto fra le cosce. Poi, di botto, lui mi fece girare, con una spinta sulla schiena mi forzò a piegarmi, mi aprì le natiche con foga e capii che mi stava individuando il buco del culo… Allora lo contrassi alcune volte per invogliarlo, e ci riuscii, perché con un grugnito di gola Miljan ci poggiò sopra la punta del cazzo, scivolosa di siero e di saliva, e diede un affondo, piantandomi dentro l’intero glande. Diedi un gemito strozzato, ma lo sfintere, allentato e ammorbidito dall’esercizio fatto durante il giorno, ingoiò quel grosso boccone e subito si aprì al gambo rigoglioso, che iniziò ...