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Lo spettro di Alessia
Data: 27/12/2020, Categorie: Dominazione / BDSM Autore: DemoneDelsilenzio
... delle candele sospese. Ce n'erano di bianche, rosse, nere e persino blu; le riconobbe come sue. Alessia amava le candele e nel corso degli anni ne aveva comprate a dozzine nei mercatini. Anche quando faceva l'amore con il suo ragazzo era solita accenderne almeno un paio. Sosteneva che fossero romantiche e creavano l'atmosfera,e lui l'aveva sempre assecondata. Si guardò intorno ma non vide nient'altro che facesse intuire il prossimo desiderio del fantasma. Il letto era sfatto come lo aveva lasciato un paio di giorni prima e...e quelle cos'erano? Si avvicinò di un passo e vide delle corde ammucchiate sul pavimento: riconobbe la fune con la quale aveva tentato di togliersi la vita qualche settimana prima. Era stata tagliata e ora i pezzi giacevano davanti ai suoi piedi nudi. D'un tratto le corde presero vita, attorcigliandosi le une contro le altre come un cesto di serpenti a sonagli. Le vide strisciare nella sua direzione e per un attimo Alessia fu tentata di girarsi e correr via urlando. I serpenti le cinsero i piedi nudi e risalirono lungo le sue cosce come tronchi d'albero. Lei li sentì sotto al vestito e trattenne a stento l'impulso di urlare di disgusto. Due di loro le avvolsero le caviglie, mentre altre due risalirono la sua pancia e la sua schiena raggiungendo le spalle. Le scostarono i lembi del vestito e lo fecero cadere ai suoi piedi. Poi fu la volta del reggiseno di pizzo nero che portava ancora dalla festa della sera precedente, che si sganciò e cadde soffice per ...
... terra, lasciando che i suoi seni venissero carezzati dalla brezza della notte. Le corde strisciarono sulle sue braccia e le avvolsero i polsi come dei bracciali, imprigionando in spire concentriche perfette la pelle dei suoi avambracci. Le mutandine scesero lungo le cosce e raggiunsero le caviglie, dove le corde si fecero da parte per lasciarle passare. Alessia rimase in piedi, completamente nuda e con lo sguardo fisso. Non capiva il senso di tutto questo, finché un sonoro colpo alle sue natiche la fece sobbalzare, mandandola in ginocchio sul letto. "Padrone cosa desideri che faccia?" mormorò lei, gli occhi chini sul materasso. Per tutta risposta un'altra padellata la spedì distesa a pancia in giù. Come attratte da una potente calamita, le estremità delle corde che partivano dai legacci dei suoi polsi e delle sue caviglie, strisciarono verso le sponde del letto, attorcigliandosi con perfetta sincronia e immobilizzandola saldamente. Ora la ragazza giaceva a faccia in giù, le gambe e le braccia divaricate in una X perfetta. Le natiche e la schiena alla mercé del soffio della notte. Girò lo sguardo e con la coda dell'occhio intravide un oggetto informe bianco fluttuare a mezz'aria sopra la sua testa. Il suo soffice tocco le fece capire che Vittorio aveva aperto uno dei suoi cassetti ed estratto una delle sue sciarpe di seta bianca. La sentì avvolgere il suo collo con movimenti sinuosi, strisciando e contorcendosi, a tratti stringendo fino a toglierle il respiro. Poi le cinse il ...