1. In ginocchio per terra


    Data: 16/12/2017, Categorie: Dominazione / BDSM Autore: babbacombe_lee

    Mi sono svegliata di colpo, come quando si fa un brutto sogno, un incubo, però, questa volta, ho avuto la sensazione di essere ancora dentro al sogno.Mi guardo intorno, non sono a casa, nella mia camera da letto.Cerco di capire dove mi trovo, è un posto sconosciuto, un grande stanzone in penombra, un bagno pubblico, a giudicare dalla fila di orinatoi sulla parete alla mia sinistra, ed anche molto sporco, direi abbandonato da parecchio tempo.Ho freddo e mi accorgo che il mio busto è completamente nudo, i capelli lunghi e mossi mi ricoprono in parte le spalle ed i seni.Sotto indosso la gonna pesante, di lana marrone, con cui oggi (ma è ancoraoggi? Quanto tempo è passato?) sono andata in ufficio.Anche il collant marrone è lo stesso, mentre le scarpe sono sparite.Lo sguardo si sofferma sui miei piedi fasciati dalle calze e solo ora mi rendo conto di avere i piedi legati.Una catenella, sottile ma robusta, è stata arrotolata più volte intorno alle mie caviglie e poi, alla fine, chiusa con un lucchetto che pende tra i miei piedi.Sono confusa, non capisco perché mi trovi seminuda ed incatenata in un cesso lurido ed abbandonato, poi lo vedo.Matteo è in piedi di fronte a me, a qualche metro di distanza e mi guarda.Istintivamente le mie mani si staccano dal pavimento e serro le braccia intorno ai miei seni nudi.Matteo mi fa un sorriso ed inizia a parlare.�Per quelle come te, stronze e viziate, ogni tanto ci vorrebbe un po� di sano lavoro manuale, tipo pulire i cessi, in ginocchio per ...
    ... terra.�Matteo è un collega d�ufficio, di qualche anno più grande di me ed è sempre stato gentile ed educato. Si è vero, a volte sono capricciosa ed antipatica, veramente insopportabile, come sa esserlo una donna bella, consapevole del suo fascino ed un po� viziata.Che ci posso fare, se sono nata in una famiglia ricca?�E� la tua occasione, fammi vedere come te la cavi, vado a farmi un giro e quando torno voglio vedere questo pavimento lindo e profumato.�Davanti ai suoi piedi c�è un secchio di plastica giallo con uno straccio grigiastro piegato a cavallo del bordo e, vicino, una bottiglia di varechina.Capisco le sue intenzioni e torna a galla la mia indole di donna, altera, sicura di sé ed anche un po� arrogante, assolutamente non disposta a piegarsi al volere degli altri.�Non ci penso nemmeno, Matteo, adesso levami la catena e finiamola con queste pagliacciate.�Dal suo sguardo serio capisco subito di aver detto la frase sbagliata e comincio ad aver paura sul serio.Si avvicina a me e mi tira su, prendendomi sotto le ascelle. è più forte di quanto mi aspettassi, o forse dipende dal fatto che io sono magra, e quindi parecchio leggera.Mi ritrovo in piedi, con lui che mi sostiene. Sento le dita che mi stringono la schiena, mentre i pollici mi toccano i seni, poi inizia ad indietreggiare, facendo strusciare in terra i miei piedi nudi, tenuti uniti dalla catena.In fondo allo stanzone, di lato alla porta, c�è un grande tavolo di metallo, sporco e scorticato.Mi ci sdraia sopra, a pancia ...
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