1. Prime esperienze


    Data: 07/01/2021, Categorie: Gay / Bisex Autore: Pisolino, Fonte: EroticiRacconti

    ... lui, ha bisogno di divertirsi un po’, mi aveva detto Armando. E con la solita minaccia di far sapere ai mie cosa facevo, mi ero sentito costretto ad andare li. Armando dice che sei un bravo frocetto, bravo di bocca e con un bel culetto stretto… E’ vero? Rispondi a Miro, mi disse Armando, non ti mangia mica? Sì è vero. Bene, perché ho le palle piene e mi devi far divertire per bene. Miro era sdraiato sulla poltrona, in pantaloncini e ciabatte, con una canottiera che ne evidenziava il fisico tirato. Doveva avere intorno ai 40 anni, fisico magro e muscoloso, con una leggera pancetta; tatuaggi su tutte e due le braccia ed alcuni sul viso. Mi faceva veramente paura e avrei voluto scappare a casa se avessi potuto. Non avere paura, qui stai tranquillo. Mi disse Miro vedendomi teso. Se non vuoi puoi andartene… Ma no, disse Armando, è pronto non ti preoccupare è felice di farti contento. Ok, se rimani qui vai via stasera, prima di cena e non fai storie. OK! Al letto non mi fece cose peggiori di quelle che mi faceva regolarmente Armando ma sentivo una sottile violenza mentre le faceva, come se volesse usarmi per scaricare tutte le sue tensioni. A questo si univa la paura e soggezione che avevo di lui, che mi rendeva sottomesso e collaborativo nei suo confronti. Non ci volle molto a mettermi a pecora, mi spinse in avanti e con violenza me lo mise dentro, dopo avermi lubrificato con la sua saliva. Mi sbatteva ...
    ... violentemente, come fossi una cagna, mentre le sue palle mi sbattevano sulle natiche. Due volte cedetti alle sue spinte e caddi bocconi. Lui mi fece rimettere in ginocchio, incazzato per aver perso il ritmo, finché non mi sistemò con la testa contro la spalliera del letto. Si godette la sburrata nel culo tenendomi per i capelli con la schiena incurvata. Vai giù in stalla, mi disse, fai un po’ divertire i “ragazzi” ne hanno bisogno. Dietro non devi prenderlo, lì lo metto solo io. Poi quando hai finito fai una doccia fuori e risali. Avrei voluto protestare, ma non emisi un fiato. Scesi nella stalla in mutande. Era vuota, la usavano come magazzino, fresca. I “ragazzi” erano due uomini attempati, sui 60 anni, panciuti e con delle facce da criminali incalliti. Quando Gianni si abbassò le brache, il suo pene era ancora moscio, anche se decisamente imponente. Glielo carezzai delicatamente, mentre lui mi palpava le natiche, con gli occhi chiusi in completo relax. Ci volle un po’ per farlo alzare per bene, ma quando fu duro resistette senza problemi per tutto il rapporto. Quando l’estate finì e ritornai a Milano ero ormai un’altra persona. Mi avevano scopato nove uomini differenti ed avevo fatto una esperienza notevole. Sapevo perfettamente come farli godere rapidamente o ritardare il loro piacere, le differenze tra l’uno e l’altro. Non ne parlai a nessuno e mi astenni per qualche tempo dall’avere rapporti con maschi. Poi, un giorno… 
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