1. In palestra con uno sconosciuto (parte 2)


    Data: 10/01/2021, Categorie: Tradimenti Autore: Milla90, Fonte: Annunci69

    Quella notte non dormii molto. Ogni volta che prendevo sonno, rivivevo ciò che era accaduto negli spogliatoi della palestra. Avevo sentito Luca subito dopo, ma non ero riuscita a raccontargli la verità, gli avevo semplicemente detto che tutto andava bene e che ero molto stanca. E stanca lo ero davvero. Non ero mai stata usata come un oggetto, trattata come una cosa; ma ciò che quell’uomo indiano aveva fatto era stato esattamente quello. Non ero stata altro che un involucro.
    
    Eppure… Eppure ero venuta. Ero venuta in maniera spropositata. Ero stata violentata e avevo goduto. Goduto come non mai in vita mia. Nemmeno Luca, con il quale ho sempre avuto un ottimo rapporto sessuale, era mai riuscito a farmi tremare come aveva fatto quello sconosciuto indiano. Non avevo mai avuto gli spasmi, ne avevo mai avuto difficoltà a camminare dopo aver fatto sesso. Invece quell’uomo era riuscito a provocarmi piacere per ben due volte in un lasso di tempo brevissimo.
    
    “Sono una puttana” mi dissi, avrei dovuto concentrarmi sulla denuncia e invece ancora ripensavo alle dimensioni del piacere spropositato che quell’uomo mi aveva regalato. Il giorno dopo però, sarei andata in palestra a chiedere i suoi dati per poterlo denunciare e convincermi (perché ormai di questo si trattava) di aver subito una violenza.
    
    Mattina presto, lo staff apre ed io subito mi presento al bancone. Un po’ imbarazzata chiedo quale sia il nome dell’uomo indiano che spesso viene la sera.
    
    - Non saprei proprio di ...
    ... chi tu stia parlando – mi risponde la ragazza alla cassa.
    
    Glielo descrivo.
    
    - Ah! – esclama, - L’uomo con il pancione. Quello che puzza un po’… Mi spiace, non posso darti i dati di nessuno nella palestra. Perché ne hai bisogno? Per cosa? -.
    
    Io sgrano gli occhi, probabilmente divento paonazza e mi invento una scusa qualsiasi: - temo mi abbia rubato delle cose –.
    
    - Quali cose? –
    
    - … niente, risolverò da sola, grazie! – e fuggo. Vado negli spogliatoi per cambiarmi. Ci sono le donne delle pulizie, e noto che hanno già pulito le chiazze di umori e di sperma lasciate la sera prima. “Chissà sé se ne sono accorte” mi chiedo mentre comincio a svestirmi.
    
    La mattinata passa lenta e non c’è un secondo che io non smetta di pensare a quell’uomo e a come fare per avere i suoi dati. Quando torno al mio armadietto, trovo un bigliettino infilato nella fessura sui bordi. Apro il lucchetto e poi l’anta. Il bigliettino scivola fuori.
    
    “So che cerchi il modo per contattarmi, mi troverai in Via *** alle 17 di oggi pomeriggio. Citofona il numero 69”.
    
    Il bastardo deve essere arrivato in palestra e probabilmente la ragazza all’entrata gli avrà fatto intendere che qualcuno ha chiesto di lui. Vengo assalita dal dubbio se sia una trappola o meno, ma credo che lui sia convinto che io non voglia denunciarlo, semplicemente che voglia lui. “Ingenuo figlio di puttana! Stavolta troverò ciò che cerco e dopo di ché, saprò esattamente dove indirizzare la polizia!”. Annullo un appuntamento con ...
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