1. In palestra con uno sconosciuto (parte 2)


    Data: 10/01/2021, Categorie: Tradimenti Autore: Milla90, Fonte: Annunci69

    ... Luca, dicendo che devo studiare e mi trovo indietro con il programma. Mi faccio la doccia, e salgo in macchina dirigendomi all’indirizzo dello sconosciuto.
    
    Indosso una canotta grigia, leggera, un po’ scollata, e dei leggins molto aderenti, neri, con motivi floreali rossi e arancioni. Sotto, un tanga nero di pizzo e un reggiseno nero anch’esso. Effettivamente, non sono forse vestita in modo sobrio e casto, ma non pensavo di doverlo rincontrare questa mattina stessa.
    
    Arrivo al posto indicatomi dal navigatore. Una parte di città mai vista, in periferia. Poco frequentata, pare, e anche parecchio malfamata. Sono circondata da palazzoni, probabilmente case popolari. Parcheggio e scendo. Prendo la borsa, per paura che mi rompano i finestrini e indosso degli occhiali da sole. Fa caldo, così prima di recarmi al citofono mi lego i capelli mossi in una coda.
    
    Suono. Attendo per qualche secondo, poi il cancello viene aperto e una voce metallica mi dice di salire al sesto piano.
    
    Prendo l’ascensore. L’androne del palazzo non gode di pulizia decente e nemmeno l’ascensore ha troppa fortuna. Comincio a sentirmi tesa come una corda di violino, “come lo convincerò a dirmi il suo nome per denunciarlo?”. Se lo metterò alle strette, forse cederà e si renderà conto di ciò che ha fatto. Magari si è già pentito e vuole semplicemente chiedermi scusa. “Di certo questo non lo salverà, povero illuso!”.
    
    Le ante dell’ascensore si aprono e alla mia destra trovo un appartamento che dev’essere ...
    ... il suo, in quanto ha la porta aperta. Mi avvicino circospetta, poi apro e chiedo: - è permesso? -. Silenzio. Riformulo la domanda: - è permesso? -.
    
    - Vieni pure di qua in cucina – mi risponde. E’ lui. Lo riconosco dalla voce. E subito il cuore comincia a battere più veloce.
    
    La casa è poco arredata. Spoglia, fredda. I muri bianchi con delle macchie qua e là. “Questo tipo non vive di certo nel lusso”.
    
    Entro in cucina, fotocopia dell’entrata ad eccezion fatta per dei fornelli, un frigo, un balconcino che da su un cortile interno ed un tavolino con due sedie.
    
    Lui è in mutande, anche queste bianche. Magari le stesse della sera prima, visto la pulizia del posto. Ha delle gambe di una circonferenza mostruosa, e il suo pancione prende aria librandosi nell’aria. Nella mia fantasia ho sempre pensato che i ciccioni fossero poco dotati, invece le dimensioni del suo pacco mi smentiscono ancora una volta. Lo fisso, poi guardo altrove facendo finta di nulla, posizionandomi gli occhiali sulla testa.
    
    - Scusami, oggi fa troppo caldo per poter indossare qualcosa. Quando hai suonato mi sono infilato le mutande, altrimenti temo ti avrei accolta mentre ero nudo -, si guarda attorno come per cercare altro da dire e aggiunge – Come ben puoi vedere, non sono abituato ad avere ospiti! – mi indica una sedia invitandomi a sedere, - vuoi dell’acqua? -.
    
    E’ stranamente calmo e io decido di assalirlo subito: - Basta con questa farsa! – sbatto le mani sul tavolo, - voglio che ora tu mi dica ...
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