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Il cavaliere del mulino
Data: 10/01/2021, Categorie: Gay / Bisex Autore: FinnTanner
... sue nuove monete che il giorno dopo avrebbe sicuramente sperperato alla taverna. «Come ti chiami, ragazzo,» disse il cavaliere distogliendolo dai suoi pensieri. Dale si voltò a guardarlo. Adesso indossava solo la tunica porpora; mentre la cotta di maglia, la cintura con la spada, l’elmo e gli stivali di cuoio tirati a lucido erano ordinati vicino al caminetto, ad asciugare. Il viandante era alto, con i capelli e la barba del colore del grano maturo e più giovane di quello che Dale aveva immaginato sentendo la sua voce, senza osare guardarlo quel pomeriggio in riva al fiume. I muscoli delle braccia e del torso tendevano la stoffa della tunica. I peli lisci e biondi del petto, sotto il colletto slacciato, si spingevano fin quasi a congiungersi con quelli della barba folta e curata. Lo straniero gli sorrideva amichevolmente, trasmettendogli un senso di sicurezza. Eppure in quel sorriso caloroso Dale scorgeva anche che quell’uomo tanto generoso e cortese avrebbe potuto spezzarlo come un ramoscello, con una mano sola e in qualsiasi momento. «Allora, ce l’hai un nome?» «Daniele,» rispose il ragazzo. «Bene Daniele, e quanti anni hai?» Dale si strinse nelle spalle. «Non lo so,» disse dopo un momento. «Capisco.» Il cavaliere era pensieroso e stette in silenzio a centellinare il suo boccale di birra, mentre Dale aspettava sulla soglia senza osare muoversi. Solo dopo qualche minuto il cavaliere posò il boccale e si decise a parlare. «Voglio che tu mi faccia ...
... compagnia per qualche giorno, Dale. È così che ti chiamano, vero?» Dale annuì semplicemente, restando in silenzio. «Adesso va a dar da mangiare al mio cavallo, e assicurati che sia al riparo per la notte. Sbrigati.» E Dale ubbidì senza indugiare. Fuori la temperatura era calata drasticamente e all’improvviso. Nuvole dense cariche di pioggia si stavano addensando sulla valle e un vento gelido soffiava dalle montagne. Dale sistemò il cavallo nel deposito vuoto del mulino, si assicurò che fosse ben legato e gli lasciò acqua e biada a disposizione, senza risparmiarsi. Poi tornò di corsa in casa - per tutto il tempo si era chiesto cosa potesse mai volere dal figlio di un mugnaio un cavaliere tanto forte e nobile. Quando rientrò nel chiaro e gradevole tepore, chiudendosi il gelo della notte alle spalle, notò subito che il suo patrigno se ne era andato e che il cavaliere si era seduto sulla poltrona che era stata di suo padre, accanto al fuoco, stringendo in mano un boccale di birra schiumosa pieno fino all’orlo. Dale si avvicinò al fuoco in silenzio e si accucciò in un angolo del camino, dal lato opposto rispetto alla poltrona dove era seduto il cavaliere misterioso. Non gli staccò gli occhi di dosso neanche per un attimo, lo fissava cercando di imprimersi nella memoria ogni particolare di quell’uomo possente, senza avere il coraggio di dire una parola, neanche per chiedere del suo patrigno. Ne studiò attentamente i profondi occhi blu, il lieve arco delle sopracciglia ...