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Il cavaliere del mulino
Data: 10/01/2021, Categorie: Gay / Bisex Autore: FinnTanner
... rigirandoli delicatamente fra le dita. Gli piaceva persino essere legato. E ne era sicuro perché il suo cazzo si era indurito prima ancora che lo toccasse. Il cavaliere si chinò a baciargli il collo, e Dale sollevò istintivamente il mento per dargli migliore accesso alla gola. Lo baciò a lungo alternando piccoli morsi e risucchiando la pelle calda e liscia. Quando arrivò al petto, i capezzoli erano duri come sassi, e il suo cazzo iniziava a colargli sulla mano. Poteva assaggiare il gusto salato del suo sudore mentre gli leccava e succhiava i capezzoli. Dale ormai respirava affannosamente. Il cavaliere gli baciò il petto e scese lentamente verso lo stomaco e l’addome senza staccare le labbra dalla sua pelle. E intanto fece ruotare il pollice sulla cappella sensibile facendolo sussultare e gemere, poi, guardandolo negli occhi, sollevò il pollice e se lo porto alle labbra per succhiare il suo presperma. «Dolce.» Sussurrò fra se. Dale ansimò quando il cavaliere riprese il suo cazzo in mano e ricominciò a baciargli l’addome scendendo sempre più in basso, di lato, verso l’attaccatura delle gambe spalancate. La barba dell’uomo gli solleticava i testicoli. «Sei pronto?» Disse tranquillamente il cavaliere sollevando il viso sull’inguine. «Ti prego,» disse nuovamente Dale. Il cavaliere sorrise sadicamente e si allontanò dal giovane guardandolo contorcersi sul letto in cerca di sollievo. «No,» disse con voce suadente. «Credo che ti terrò così, al limite… almeno per ...
... po’.» *** Dopo una notte legato al letto Dale non la smetteva più di ansimare e gemere. «Per favore,» disse per la centesima volta. «Non fami del male, mio signore.» Il cavaliere gli sorrise in modo poco rassicurante. «Non troppo,» disse. «Quel tanto che basta a farmi divertire.» Il ragazzo singhiozzò mentre il cavaliere gli slegava i polsi permettendogli di stare seduto sul letto. Per un attimo Dale guardò verso la porta, a pochi passi di distanza. «Non ci provare,» gli sussurrò il cavaliere all’orecchio. «Falliresti e poi dovrei farti male, per davvero.» Mentre parlava la mano dell’uomo si spostò sul petto nudo, Dale sentiva il suo respiro caldo nell’orecchio ma non osava guardarlo. Gli afferrò un capezzolo fra le dita e lo torse schiacciandolo con forza. Dale si lasciò sfuggire un gemito di dolore e una lacrima calda gli rigò la guancia. «Ieri hai mangiato?» Chiese d’un tratto il cavaliere accarezzandogli il petto. Dale scosse la testa tenendo le labbra serrate. Aveva gli occhi lucidi e tratteneva a stento le lacrime. Ormai non mangiava nulla da quasi due giorni. Da quando anche sua madre era morta, due settimane prima, il patrigno lo mandava al mulino ogni mattina all’alba con un tozzo di pane – quando se ne ricordava – e pretendeva che lavorasse finché il sole non spariva oltre le montagne e si faceva buio. Intanto lui passava le sue giornate a bere alla locanda giù in paese, oppure a bere in casa, in ogni caso, invariabilmente, finiva le sue ...