1. La madre di francesco. capitolo iv


    Data: 11/01/2021, Categorie: Tradimenti Autore: stuzzicami, Fonte: Annunci69

    Mi accasciai sul suo lettone matrimoniale, sul talamo di quella camera da letto, estasiato e soddisfatto al suo fianco…
    
    Guardarla, vederla nuda e appagata, dopo averla scopata, dopo averle infilato di forza il mio uccello in bocca e dopo averle sborrato in volto mi eccitava ancora.
    
    Mi pareva di vivere un sogno, un sogno che si era trasmutato in realtà, pur sembrandomi irreale per quanto stupefacente, incredibile e bello.
    
    La osservai quando prendendo un fazzoletto dal comodino al suo fianco si ripulì alla bell’e meglio il viso, sudicio di sperma, zeppo del succo del mio desiderio.
    
    Le misi una mano tra le cosce e guardandola iniziai a giocherellare con i grandi e scuri petali del suo fiore incastonati tra la selva della sua folta peluria.
    
    “Non mi dirai che hai ancora voglia?” mi disse guardandomi con un’espressione tra lo stupito e il compiaciuto.
    
    “Non posso farci nulla” le risposi “Sì, ho voglia di te, splendore”. E senza darle il tempo di replicare, infilai le dita dentro alla sua capiente, umida e deliziosa passera e le riempi la bocca con la mia lingua. La baciai con passione, intrecciando la lingua alla sua e poi succhiandola, mi spostai su di lei e la penetrai.
    
    “Sei pazzo” mi disse… “Sì, pazzo di te” le risposi, iniziando a scoparla con forza e ardore.
    
    Sentii il mio uccello avvolto dalla sua guaina e percepii una distinta sensazione di bagnato, ma senza rallentare né tantomeno desistere dal mio andirivieni continuai a montarla senza ...
    ... pietà.
    
    Appoggiò la guancia sul cuscino e come in trance, passivamente, si faceva sbattere godendo in piena libertà di questa infinita monta selvaggia.
    
    Ero così infoiato e la desideravo a tal punto che avrei continuato a fotterla anche se fosse caduto il mondo, anche se ci fosse stato un terremoto.
    
    Conducevo le danze, anzi dirigevo la danza: il ballo del mio cazzo dentro a quella sontuosa e incantevole fica diventava sempre più deciso e piacevole. La sentivo mia, percepivo quanto apprezzasse il trattamento perché tra un mugolio e l’altro, tra un gemito e un urletto, sembrava fosse ipnotizzata dalla cavalcata.
    
    “Ti piace – le dissi – ti piace farti scopare dall’amico di tuo figlio?” le sussurrai all’orecchio svestendo i panni dell'educato e mostrandomi finalmente audace e porco come sono, e lei, che accoglieva con sommo gaudio e godimento il mio uccello dentro di sé rispose: “Sì, mi piace da morire, mi stai facendo impazzire…”. I fianchi e l’addome iniziarono a indolenzirsi per via di tanto inatteso esercizio, ma non ne volevo sapere di smettere di scopare quel delizioso pezzo di donna, quella meraviglia di femmina, quell’incantevole signora matura.
    
    Del resto avrei voluto continuare per un tempo non meglio precisato, se solo avessi potuto.
    
    “E ti eccita che io, che in fondo potrei essere tuo figlio, ti scopi proprio qua, a casa tua e sul tuo letto nuziale?” continuai a provocarla...
    
    Mi mise la lingua in bocca, mi baciò con passione e trasporto, stava godendo: la sentii ...
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