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La giocatrice
Data: 15/01/2021, Categorie: Gay / Bisex Autore: Edipo
... suo bicchiere e si avvicinò al tavolo. "Posso farti compagnia?" gli chiese e si sedette senza aspettare la risposta. Sfoderò il suo sorriso più insinuante, accavallò le gambe lasciandole scoperte e lo fissò dritto negli occhi. Il giovanotto la esaminò incuriosito. Al termine dell'esame le disse:"Sei bella." "Grazie, anche tu non sei male. Mi chiamo Stefania. Tu?" "Eufrasio." "Che razza di nome è? Mai sentito." "Mia madre vide un film in cui qualcuno urlava questo nome perchè contiene tutte le vocali e le rimase impresso. Mia sorella invece si chiamava Iole." "Bè, mi sembra un pò più normale." "Non direi, in realtà era un acronimo, i suoi nomi erano Isadora Orchidea Leda Eusapia. Per brevità, Iole." "Un tipo strano, tua madre, ma perché parli di tua sorella al passato?" "E' morta un anno fa." "Mi dispiace." Stefania non era il tipo da provare imbarazzo a lungo. "Non mi dire che gli amici ti chiamano Eufrasio. Non hai un nome di riserva?" "Mia sorella mi chiamava Frans." "E' decisamente meglio. Vuoi divertirti con me, Frans?" "Non perdi tempo in preamboli." "Infatti non ho molto tempo da perdere. Stasera è stata una serata storta, ho perso al gioco tutti i soldi e per rifarmi non ho altro modo che fare qualche marchetta." Il ragazzo sembrava non crederle troppo. "Davvero hai perso al gioco tutti i tuoi soldi?" "Quelli che avevo stasera, sì. La maggior parte delle volte vinco." "Grosse cifre?" "Oh no, in genere mi ritiro quando ho messo da parte qualche centinaio di euro. E ...
... quando perdo come stasera cerco di rimettermi in parità in un'altra maniera." "Così non vai mai in perdita, allora. Pensi di fare la giocatrice tutta la vita?" "No, finché non avrò abbastanza soldi per farmi la dote. Sono una ragazza seria, mica intendo fare la mantenuta." Sostenne il suo sguardo incredulo. "Non sai se prendermi sul serio o no, eh? Non credi che possa essere fidanzata?" Frans scrollò le spalle. "Non sono fatti miei, del resto se è contento lui..." "Non mi fa da magnaccia, se è questo che pensi." "Non penso nulla." "Allora, ci vieni con me? C'è un posto pulito, qui vicino, costa poco." "Di quanto sei andata sotto?" Glielo disse. "Non posso coprirti per intero." "Guarda che ne vale la pena, te l'assicuro. Tu poi sei il tipo che mi fa dare il meglio di me." Restò a guardarlo mentre pareva indeciso. Alla fine lui disse a bassa voce :"Va bene, spero che tu non sia una delusione." Non gli rispose e lasciò che pagasse la consumazione. Il barista li vide uscire dal locale, seguendoli con un'occhiata ironica. La vita, pensava, non è altro che un continuo passaggio di soldi. La camera era pulita ma sciatta e le pareti tappezzate di azzurro davano una sensazione strana, non sgradevole. Il minuscolo bagno era tappezzato di un rosa pallido e le piastrelle recavano al centro un ghirigoro di fiori, tranne alcune su cui era disegnata una figura femminile con addosso una vestaglia, forse una geisha con il suo kimono. Stefania si sedette sul letto, si tolse le scarpe e si ...