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Due spicchi d’aglio
Data: 18/01/2021, Categorie: Dominazione / BDSM Etero Autore: babbacombe_lee
C�è voluto un bel po� per pulire i funghi, ma ne valeva la pena.La padella con l�olio è pronta sul fornello.L�aglio! Ecco cosa mi stavo dimenticando. Mi dirigo dietro la porta dove lo tengo appeso.Accidenti, l�ultimatesta rimasta si è seccata ed è inutilizzabile.Non posso cucinare i funghi senza aglio.Va be�, faccio una scappata da Marisa e me ne faccio prestare un paio di spicchi.Marisa è la mia vicina, abitiamo in due villette a schiera contigue ed è l�unica persona con cui ho veramente fatto amicizia da quando sono venuta ad abitare in questa città.La camicetta e la gonna che uso in casa sono discretamente stinte e sdrucite, ma non devo veramente uscire, anche se, tecnicamente, devo varcare la soglia di casa mia, percorrere il vialetto ed uscire sul marciapiede, da lì, solo pochi metri prima di rifare lo stesso cammino a ritroso, questa volta verso la casa di Marisa.Anche i vecchi zoccoli che porto ai piedi, declassati ultimamente dal mare allo stare in casa, non sono il massimo, ma, come ho appena detto, non devo uscire e non mi vedrà nessuno.�Mi spiace, Elena, Marisa non c�è, è andata a Milano per il fine settimana e tornerà domani sera.�E� vero, me l�aveva pure detto.�Veramente, signor Vincenzo, mi servivano solo due spicchi d�aglio.�Vincenzo è il marito di Marisa, ha superato la sessantina, come anche la mia amica, ma mentre con lei mi sono data da subito del tu, con lui non mi è mai riuscito, anzi, continuo, anche dopo diversi anni, a chiamarlo buffamentesignor ...
... Vincenzo.Mi sorride dietro i folti baffi grigi e mi fa cenno di sedermi.�Mettiti pure comoda, mentre cerco l�aglio, chissà Marisa dove lo tiene?�Così mi siedo in cucina mentre lui fruga in giro alla ricerca dell�aglio.Mi ha preso di sorpresa. è arrivato improvvisamente da dietro e mi ha spinto contro naso e bocca un tampone bagnato.L�odore forte, un misto di medicinale e di disinfettante mi penetra nelle narici e mi stordisce, cerco di scostarmi, ma lui mi schiaccia il tampone contro la faccia.Non ho idea di quanto tempo sono rimasta senza conoscenza.Ora mi sento strana, stordita ed allo stesso tempo leggera, come se fluttuassi nell�aria.In un certo senso è proprio così, perché sono appesa al soffitto con delle corde.Le braccia sono tese in verticale sopra la mia testa, con i polsi legati insieme ad una robusta fune, ancorata alle travi del soffitto del garage.Infatti sono nel garage del signor Vincenzo, dalla parte opposta, verso il cancello basculante chiuso, c�è la sua vecchia Uno grigia.Altre due funi, più sottili, mi passano sotto le ginocchia, costringendomi a stare con le gambe allargate e sollevate.Lui mi si avvicina sorridendo, ma la sua espressione, un misto tra il cinico ed il sardonico, non promette nulla di buono.Una volta di fronte a me, inizia a sbottonarmi la camicetta.Non posso far nulla, immobilizzata dalle funi ed ancora intontita dall�anestetico, posso solo assistere.Mano mano che la camicia si apre, lui guarda con sempre maggior interesse quello che c�è ...