Un incubo dal passato
Data: 19/01/2021,
Categorie:
Gay / Bisex
Autore: GSAwNSA77, Fonte: Annunci69
Questa storia risale a qualche anno fa, quando una sera con la solita irrefrenabile voglia di cazzo, mi trovavo nell’abituale piazzola per sfogare i miei impellenti desideri primaverili. Ero solo, non ricordo esattamente l'orario, ma era sicuramente tardi e come spesso succede a quell’ora, non girava nessuno. Uscendo dai bagni, rimasi letteralmente pietrificato alla vista dell’uomo che contribuì a farmi vivere gli anni migliori dell’adolescenza come uno dei peggiori incubi. In un lampo ripercorsi tutto il difficile periodo scolastico in un flash-back, come una sorta di time-lapse. Vidi lui, il ragazzo di una volta che a ogni occasione mi scherniva, mi emarginava dai compagni, mi faceva sentire sbagliato, in sostanza colui che, etichettandomi come il finocchio della scuola, segnò quegli anni come i più brutti della mia vita. Ricordando il suo nome, Michele, riaffiorò vivo nella mente un turbine di pensieri che a fatica fui riuscito a imprigionare nel profondo del mio inconscio solo dopo anni di terapia.
Nonostante fossero trascorsi più di venti anni, lo riconobbi subito. Anche se ormai era diventato un uomo, pure più carino di come lo ricordavo da ragazzino, certi occhi non si scordano mai. Mi passò accanto camminando in direzione dei bagni, mi guardò e mi salutò con un “ciao” senza fermarsi. “Ciao? Brutto stronzo, adesso mi saluti?” pensai con un sentimento di rabbia che mi martellava in testa. Da piccolo non mi aveva mai rivolto la parola se non per umiliarmi.
Dopo un ...
... attimo di esitazione, che sembrò un’eternità, mi lanciai a passo spedito in direzione dell'auto con le chiavi pronte in mano. Mi sentii trasportato dalla paura, quasi come se dovessi ancora scappare dai bulli dell’adolescenza.
Non ero neanche sicuro di aver risposto al suo saluto o se le labbra si fossero mosse in un movimento muto senza emettere alcun suono. Di una cosa ero certo, il terrore era stampato nei miei occhi.
Seduto in auto, ancora un po’ frastornato riuscii a calmarmi e a riordinare le idee confuse. Ebbi pochi minuti per riflettere, mi feci un sacco di domande dandomi altrettante risposte, una fra tutte “Cosa ci faceva lì?”. La risposta più plausibile fu che lui come tanti maschi che rientrano da una serata, in quell’occasione dovette fermarsi a pisciare a causa delle troppe birre bevute.
Accesi il motore per ripartire a razzo e non farmi ritrovare alla sua uscita dal bagno, ma qualcosa mi fece cambiare idea: quel saluto gentile e sincero e i suoi occhi pieni di eccitazione fissi sui miei.
Raccolsi tutto il coraggio che non ebbi mai avuto a scuola e mi diressi verso le toilette. Michele era ancora lì in piedi davanti all’orinatoio con il cazzo in mano. Con il cuore che mi batteva a mille, mi misi accanto a lui e lo tirai fuori come se avessi dovuto pisciare anch’io. Mi guardò e senza parlare mi rivolse un sorriso che non riuscii a contraccambiare. Mi cadde l’occhio sul suo pisello, non stava pisciando, se lo stringeva in mano barzotto. Lo vidi per la ...