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L’allievo volenteroso
Data: 02/02/2021, Categorie: Gay / Bisex Autore: Foro_Romano
(Racconto n. 91) Arturo, professore universitario, ha 47 anni ed è un tipo alto, robusto, massiccio ma non grasso, dai muscoli tonici e proporzionati. Un leggero strato di barba gli incornicia il volto dalla mascella volitiva che contrasta con la sua testa completamente rasata. E’ ancora un uomo molto, ma molto piacente e virile e lui lo sa ma non se ne cura più di tanto. Da quando si è separato dalla moglie, da cui ha avuto due figli, e dopo una lunga relazione con un’altra compagna aveva preferito mettere in soffitta ogni interesse sessuale e dedicarsi esclusivamente al suo lavoro, molto più prodigo di soddisfazioni e senza tante rotture di coglioni. Nulla potevano i messaggi più o meno velati che gli venivano lanciati da colleghe, impiegate della facoltà e persino da studentesse. A parte una piccola ma importante sbandata, si era adattato ad una vita organizzata e piena di impegni, tra la facoltà e le relazioni ai vari convegni e congressi, molto produttiva ma, tutto sommato, monotona. Un giorno, però, vide per la prima volta quel suo nuovo studente, che poi saprà chiamarsi Paolo. Già dalla prima lezione sentiva che gli aveva mosso qualcosa dentro. Ma cos’era? Perché? Che aveva di speciale quell’esserino che, specialmente nei primi mesi, sembrava così spaurito? Paolo era piccolino, magro, dimostrava meno dei suoi anni da studente del primo anno di università. La testa piena di riccioli rossi, un visino maschile ma decisamente fanciullesco impreziosito (bisogna ...
... ammetterlo) da due meravigliosi occhi verdi, dolci ed innocenti. Nulla nel suo aspetto o nei suoi modi di fare faceva intendere possibili tendenze omosessuali, piuttosto induceva alla tenerezza. Sembrava quasi un bambolotto di peluche come quelli coi quali sembrava aver giocato fino al giorno prima. Però non era stupido, anzi. Seguiva sempre con interesse le sue lezioni e, dalle domande che poneva, mostrava essere attento e di apprendere facilmente la materia. Aveva però un qualcosa che lo distingueva dalle centinaia di altri studenti che Arturo aveva avuto negli anni. Ma che cosa? Di fatto, sin da quel primo giorno, il docente non riusciva quasi mai a distogliere lo sguardo da lui, quasi che fosse l’unico astante che avesse. Si accorse che anche il ragazzo lo osservava con un’aria diversa da quella degli altri. Spesso i loro sguardi si erano incrociati per troppi, interminabili secondi. Insomma, il maturo Arturo rimase scombussolato da quel ragazzino dell’età dei suoi figli e non riusciva a spiegarsene il motivo. Eppure… eppure da quel primo giorno, quando la sera andava a coricarsi, quando si sentivano più presenti certe esigenze, il pensiero andava al piccolo, dolce Paolo. Allora la mano scendeva ad accarezzare il cazzo, a renderlo duro, a massaggiarlo, a masturbarlo. Le lussuriose immagini che gli venivano in mente lo vedevano possedere con forza quel tenero corpicino, in tutte le posizioni, penetrarlo in maniera sconsiderata, violentemente e senza sosta fino a ...