1. L’allievo volenteroso


    Data: 02/02/2021, Categorie: Gay / Bisex Autore: Foro_Romano

    ... riempirlo del suo seme, svuotandosi i coglioni fino all’ultima goccia, per poi ritrovarsi imbrattato fino al collo od a sfogarsi col suo solito passatempo. Svuotato ma insoddisfatto o, piuttosto, arrabbiato con sé stesso per aver avuto certi pensieri perversi che non avrebbe nemmeno mai immaginato di avere.
    
    Tutto questo, però, doveva rimanere nella sua sfera privata. In fin dei conti era un uomo intelligente e non un animale. Passarono così alcuni mesi finché un giorno, dopo una lezione, il ragazzo lo avvicinò e gli disse che aveva bisogno di parlargli. Nulla di strano: molti studenti hanno dubbi sulla materia, sullo sviluppo degli studi, sull’indirizzo da intraprendere, sulle date degli esami e cose simili. Così lo condusse nel suo studio al dipartimento.
    
    Appena entrati si accomodarono ma non riuscivano a dirsi nulla perché entravano continuamente studenti a chiedere qualcosa finché Paolo riuscì a dire:
    
    “Sa… professore… si tratta di una cosa… personale”.
    
    Arturo rimase un po’ interdetto. Capiva che si trattava di qualcosa di grave ma… personale! Non era mica un prete con cui confessarsi! Comunque rispettò il desiderio dello studente, andò alla porta e la chiuse a chiave. Cosa poteva essere di così riservato? Già quel ragazzo lo metteva a disagio, ci mancava anche questa a rendergli difficile la giornata.
    
    “Dimmi Paolo. Che c’è di tanto importante?”.
    
    “Ecco… Io… Non ce la faccio più, devo dirglielo e la prego di non interrompermi. Ecco, io… io… sono innamorato ...
    ... di lei. Ecco! L’ho detto! Sin dal primo giorno che l’ho vista mi sono innamorato. Non faccio altro che pensare a lei, giorno e notte. Anzi… proprio la notte… ecco… mi masturbo pensando a lei. Si, penso a lei che mi prende e mi scopa con forza, come piace a me. Non resisto. Dovevo dirglielo. Non mi importa delle conseguenze. Mi bocci pure all’esame ma dovevo dirglielo”.
    
    Il silenzio più pesante calò nella stanza. Arturo era rimasto immobile, incredulo per quello che aveva sentito, e Paolo, con le lacrime agli occhi, aveva paura della reazione ma si sentiva finalmente liberato da quel peso. Fu lui, comunque, a prendere di nuovo l’iniziativa. Si alzò, fece il giro della scrivania e si mise in ginocchio davanti al suo professore, come ad implorarlo. Allungò una mano sulla patta dei pantaloni, la strofinò un po’ poi lo fece col suo viso, quasi ad asciugarsi le lacrime sulla stoffa. Slacciò quindi la cinta, aprì il bottone, scese la lampo, allargò l’elastico delle mutande e prese possesso di quella che, nel frattempo e senza alcuna intenzione, era diventata una mazza enorme e durissima.
    
    Arturo, sempre immobile, incredulo per quello che il ragazzino stava facendo ma anche perché lui glielo lasciava fare ma il motivo era chiaro: il suo cazzo parlava per lui. Completamente rigido, solcato da infinite gonfie vene che lo rendevano simile ad un nodoso tronco d’albero.
    
    Il giovane, senza pensarci due volte, lo fece sparire in bocca, prima la grossa cappella poi, pompando sempre più ...