1. Il padroncino brasiliano


    Data: 05/02/2021, Categorie: Etero Dominazione / BDSM Autore: tom

    ... Piedi da giovane dio del Brasile.E la pancetta del mio padroncino�ero sbigottita�fino a qualche giorno prima non avrei degnato neppure di uno sguardo quel ragazzotto cicciottello che forse non aveva neppure il diploma! Non lo avrei neppure catalogato come appartenente alla razza umana!Invece adesso ero lì, prostrata davanti a lui e con i suoi piedi premuti sopra la mia schiena�pronta a leccare lo sporco sotto le sue piante, se solo me lo avesse ordinato�c�era decisamente qualcosa che non andava, in me�eppure mi sentivo così bene, in quella posizione�anche con quel dolore terribile allo stomaco che mi impediva di rimettermi in piedi.Lo amavo�amavo quel giovane straniero del Sud, i suoi modi barbari, il suo addome prominente e sudaticcio, i suoi piedi sporchi, il suo cazzo svettante e le sue palle pelose��Come la mettiamo, adesso?� domandò Antonio �Hai ancora voglia di disubbidire a me?��No, padrone�Dissi proprio così. Padrone. Mi uscì spontaneo dalle labbra. Non fu lui a ordinarmi di chiamarlo con quell�appellativo.Sentii il suo piede destro che si sollevava e si andava a posare sulla mia testa. Lo sentii strofinarsi contro i miei capelli. Forse il padroncino voleva utilizzare la mia inutile criniera di giovane studentessa italiana come zerbino per togliere un po� di sporcizia dai suoi piedi meravigliosi. Sì, non poteva che essere così. Mi sentii onorata di poter essere il suo tappetino, e se avesse voluto fare di me la sua latrina sarei stata ancora più entusiasta.Lentamente ...
    ... il suo piede scivolò attorno alla mia faccia e si posò davanti alla fronte. Sollevai il mento e me lo ritrovai lì, a pochissimi centimetri dal mio naso. Le dita di quel piede�mio dio, erano bellissime! Sporche e polverose da leccare fin sotto le unghie. E poi il tallone, la caviglia�sentii di amare quel ragazzino più di chiunque avessi mai amato prima. Mi sporsi di più, e soffocando il dolore alla pancia iniziai a leccare quel meraviglioso oggetto del desiderio. Antonio me lo lasciò fare, ridendosela tranquillamente dalla sua comoda poltrona. Mi diede da leccare anche l�altro e io non mi feci pregare. Tuffai la lingua negli spazi fra le dita, asportai ogni traccia di polvere e sporcizia e inghiottii tutto ciò che trovavo. Non m�importava del sapore. L�unica cosa essenziale era l�igiene delle estremità del padroncino. Passai al dorso dei piedi, alle piante sudate e alle caviglie. I talloni, forti e ben modellati, richiesero parecchio impegno da parte mia, perché la pressione sui pavimenti sporchi aveva finito con l�appiccicare lo sporco fin nelle più minute asperità della pelle. Antonio, nel frattempo, rideva come un bambino. Doveva dargli una strana sensazione, essere trattato come un dio da una ragazza bellissima e di qualche anno più grande di lui. Una sensazione a cui probabilmente non doveva essere nuovo.Di tanto in tanto lo vedevo menarsi il cazzo con una mano e accarezzarsi i capelli con l�altra. Spostava i piedi per mostrarmi meglio i punti in cui voleva essere leccato ...