Le avventure di Laura, la moglie cagna (Parte 5)
Data: 20/12/2017,
Categorie:
Tradimenti
Autore: Henry Chinaski
Dopo la Serata passata con Gerry nella testa di mia moglie era scattato qualcosa. Era molto più indipendente, disinibita, consapevole ed emancipata. Sapeva quello che faceva e iniziava a stabilirlo lei, ma soprattutto non lo faceva quasi più per compiacere me, ora lo faceva principalmente per goderne lei. La conferma del punto di non ritorno capitò qualche mese più tardi. Era a cavallo tra la primavera e l’estate successiva. Faceva molto caldo e per il weekend avevamo deciso di fare una piccola gita in Toscana per rilassarci un po’. Lei era bellissima, raggiante, pienamente soddisfatta sotto tutti i punti di vista. Aveva sempre le mie attenzioni e quelle di Lorenzo, e in più, anche se non lo ammetteva, spesso la coglievo a flirtare con altri e sono convinto che già allora si facesse le sue cose senza darmene più atto. Questo purtroppo mi eccitava e lo lasciavo passare. Si era messa un vestitino a fiori molto chiaro, scollato e scampanato, di quelli che piacevano a me. Scarpe aperte, estive, con una leggera zeppa. Capelli raccolti, solo matita per gli occhi e rossetto rosso. Entrò in macchina sorridendomi, chiuse lo sportello, aprí le gambe e mi chiese di toccarla sotto. Infilai la mano e non trovai niente, nessuna traccia di intimo, solo una fica freschissima e quasi totalmente glabra, già umida. Mentre toccavo e le sorridevo di rimando mi disse: "Voglio farla toccare a tutti" Continuai a sorriderle e non risposi. Misi in moto e partii. Ci fermammo a mangiare in un ...
... ristorantino in collina, coi tavoli fuori, cucina locale, casereccia. Si stava da Dio, l’unica cosa che mi metteva un po’ d’ansia era che Laura aveva dichiarato le sue pessime intenzioni già dal mattino e non aveva ancora fatto niente di male. Pagai e tornammo in macchina illesi. Forse aspettava me, voleva che prendessi in mano la situazione, ricordo che in macchina ero agitato. Poi dopo pochi chilometri, d’improvviso fui distratto da lei. Scendendo la collina in lontananza si vedeva una chiesetta, lei la indicò esclamando: "Guarda che bella chiesetta! Quando arriviamo giù accosta, voglio visitarla!" Feci come mi aveva chiesto. Scendemmo dalla macchina e superammo il portone. La chiesa era davvero bella. Molto molto piccola ma piena di vetri colorati che filtravano luci dal tetto. Era la tipica chiesa di paese, piccola e accogliente che come in tutti i paesi, nel primo pomeriggio primaverile restava deserta. Laura lanciava lo sguardo oltre le panche per vedere se ci fosse qualcuno e facendolo mi indicò il confessionale e mi sussurrò di nascondermi lì. Chiesi perché e mi rispose di non fare domande, di nascondermi e non fare rumore mentre lei sarebbe andata a cercare il prete. Io continuai ad eseguire le sue direttive ed entrai nel confessionale. Appena scostai la porticina della cabina sentii bisbigliare: "Ppssssstt"... "Pppssstt... Dove vai, scemo?! Non vedo che quella è la parte del prete?! Entra di là!" Io chiesi scusa con un cenno ed entrai. Dentro era scuro, si vedeva poco, solo ...