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Rapporti condominiali -3
Data: 11/02/2021, Categorie: Gay / Bisex Autore: adad
... certe esibizioni: per quanto ben conservato e con i glutei ancora invidiabilmente sodi, ero pur sempre una persona di mezz’età, con un decoro da mantenere! In realtà fu lui che a momenti mi fece rimanere secco, quando gli aprii la porta e me lo trovai davanti con un paio di logori jeans sdruciti, tagliati a mezza coscia e una maglietta sbrindellata. Ora, se c’è una cosa più distruttiva di un virus letale per il mio sistema neurovegetativo, è vedere un maschietto abbigliato da operaio trasandato, con pantaloncini corti e magliette sfilacciate: mi disintegra all’istante. Per di più, quasi conoscesse le mie debolezze feticistiche, quella simpatica canaglia si era ben guardato dal farsi una doccia, per cui mi ritrovai immediatamente avvolto da una calda fragranza di maschio sudato. D’istinto dilatai le narici per inalare meglio quell’afrore così straordinariamente sensuale, ed ebbi un lieve giramento di testa, ma per fortuna riuscii a conservare tutto il mio sangue freddo e con un luminoso buongiorno lo feci entrare. Anche se si accorse del mio turbamento, Dragan non lo diede a vedere: rispose al mio saluto con un sorriso che mi parve, comunque, più largo del solito. Mentre lui iniziava il suo lavoro in cucina, io mi ritirai in soggiorno con la testa in subbuglio e le mutande alquanto bagnate: avevo bisogno di calmarmi, prima di fare qualche sproposito. Pestolai per un po’ avanti e indietro, cercando invano di dedicarmi a qualcosa, poi andai da lui per tenergli ...
... compagnia, mentre lavorava, e fare due chiacchiere… beh, e anche per godermi un po’ la visione delle sue grazie e inebriarmi della calda sensualità del suo corpo. Dragan non mi sentì arrivare. Era accosciato a sistemare alcune piastrelle sconnesse del pavimento, e mi dava le spalle. La maglietta gli era leggermente risalita sulla schiena, mentre i pantaloncini e le mutande gli si erano abbassati un po’, mostrandomi l’inizio dello spacco del culo. Mi sentii rabbrividire fino alla punta dei piedi. Rimasi un po’ lì a godermi, è il caso di dirlo, la scena, in preda al desiderio irresistibile di carezzare quella pelle levigata, umida di sudore. “Come va?”, feci ad un tratto, nel tentativo di tornare alla realtà. Dragan sobbalzò e si girò di scatto. “Dio bono! – fece ridendo – Mi hai fatto paura!” I primi tempi della sua permanenza in Italia li aveva passati in Veneto e Dio bono era rimasta la sua espressione preferita. Risi pure io, mentre lui, sempre accosciato, si girava verso di me, offrendomi una visione diversa, ma non meno stimolante: adesso, infatti, avevo davanti agli occhi le sue belle cosce pelosette, con un rigonfio niente male alla loro confluenza. A quel punto il mio sguardo fu catturato da uno strappo sfilacciato in prossimità del cavallo, uno strappo di un paio di centimetri, attraverso il quale gli si intravvedeva il bianco sporco delle mutante. Ed era giusto in corrispondenza delle palle… Ignaro della libidine che stava scatenando dentro di me, ...