1. La mia ragazza fuori sede: io al telefono e tu sul suo cazzo (cap. 3)


    Data: 17/02/2021, Categorie: Tradimenti Autore: HotPirate, Fonte: Annunci69

    Soltanto quando arrivò in camera sua, con fare quasi scocciato, Valentina tolse la mano da quel bastone per sistemarsi a novanta gradi sul baldacchino del suo letto. Io, ormai in trance, mi spostasi verso un’altra finestra del palazzo abbandonato dalla quale potevo avere una visuale migliore sulla camera di Valentina. Paradossalmente mi venne da ridere quando ripensai a quanto avessi ragione sul fatto che qualcuno la potesse spiare da lì, ma mai avrei pensato che quel qualcuno potessi essere io.
    
    Come fatto prima in salotto Vale si aprì le grandi labbra con due dita invitando Giovanni, o meglio lo scettro di Giovanni, a penetrarla. Lui ormai gonfio all’inverosimile (da completamente eretto quel cazzo misurava come minimo 25 cm) non se lo fece ripetere ed appoggiò la sua enorme cappella funginea sulla fighetta di Vale che al solo contatto cominciò ad ansimare.
    
    Lo stronzo però, da vero spaccone, voleva farsi desiderare pertanto riprese in mano le redini del gioco non penetrandola subito ma iniziando un lento sfregamento che in breve tempo portò quel randello ad essere completamente cosparso di umori. Quasi compiacendosi di quanto la sua cagna, nonché la mia ragazza, fosse bagnata si passò un dito sul liquido che ricopriva il suo cazzo e poi lo porse a Vale che iniziò a leccarlo voracemente. Io in quel momento non potei non pensare a quanto autocontrollo avesse quel palestrato di merda, in una situazione del genere io sarei venuto già almeno tre volte mentre lui ...
    ... riusciva anche a temporeggiare continuarla a stuzzicarla.
    
    Valentina però sembrava aver raggiunto il limite della sopportazione massima e dall’espressione che gli rivolgeva, ancora appoggiata a 90 sul letto, si capiva palesemente che necessitava di quel cazzone. Giovanni allora decise di accontentarla riposizionando la sua cappella all’entrata della fighetta della mia Vale. Inutile dire che, nonostante la più che abbondante lubrificazione di entrambi, il cazzo di Giovanni faticò molto ad entrare. Ci vollero come minimo sei o sette spinte ben assestate per conficcarlo tutto dentro ma una volta lì nel volto di Vale si stampò un’espressione di puro godimento che in tre anni di relazione io non avevo mai visto. La cosa però ancora più strana era il fatto che dalla pancia di lei si riusciva ad intravedere il bozzo che quel randello gigante formava dentro di lei.
    
    Giovanni iniziò a pomparla piano lasciando il tempo alla fighetta di adattarsi a quelle dimensioni innaturali. Io vedendo quel coso uscire tutto e poi rientrare dentro fino alle palle e capii il motivo per cui ogni volta che la mia Vale tornava a casa la sua patatina era tutta arrossata ed il mio cazzetto sciacquava dentro di lei; generalmente lei si giustificava dicendomi che era un’infezione dovuta all’acqua poco filtrata di lì. Ancora una volta mi sentii un verme.
    
    Nel frattempo Giovanni aveva preso Valentina per i capelli e mentre le martellava l’utero con il suo scettro assestava sonori schiaffoni sul suo culetto ...
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