1. L'evoluzione della specie


    Data: 21/12/2017, Categorie: Sesso di Gruppo Autore: Tommaso

    ... rientrare a Milano dove vive per motivi di lavoro. percorrendo l'autostrada è quasi prassi collaudata, almeno da parte nostra, fermarsi all'area di servizio , sotto Enna. Ci eravamo fermati all'andata per il caffé e ci fermammo al ritorno per un tramezzino e il caffè. Erano le 16 e faceva caldo. Rientrammo in auto e misi in moto. Lei azionando la bocchetta del diffusore del climatizzatore, le restò in mano la presina che permette l'azionamento. Mi incazzai. Ancor di più quando, con non curanza, disse: "Era difettoso o è di ricotta?" "Tu sei la difettosa, che rompi tutto quello che tocchi" "Si, assai ne rompo di cose. Magari era mezzo rotto e appena l'ho toccato......" "Non mi fare incazzare va. Il fatto è che hai le mani scomunicate". Silenzio. Poi si avvicina con il viso sotto il mio e, con quel suo sorrisino ironico e accattivanti, disse: "Però quando te lo prendo in mano e ti faccio godere non ce le ho scomunicate. Vero? Nemmeno quando pensi come tratto gli altri e ti ecciti come un porco ce le ho scomunicate. Vero?". Che faccia da troia! Mi sentii spiazzato: fu, per me, come se avesse ammesso quelli che erano i miei presentimenti. Mi incamminai, stavo per uscire dall'area di servizio quando notai, in attesa di non so cosa, un ragazzone negro alto non meno di 180 cm, muscoloso, in bermuda, maglietta e borsone. Spinto da non so cosa, arrabbiato ma intrigato, le dissi: "Vero? Vediamo allora se mi fai eccitare mentre maneggi il cazzo di questo qua". Quando vide che mi ...
    ... fermai disse. "Che fai? Cammina va, non fare lo scemo". Ciao, lo salutai, chiedendogli cosa aspettasse. "Ciao. Aspettare bus" disse sorridendo in un discreto italiano. Gli chiesi dove doveva andare mentre mia moglie continuava a sussurrarmi, arrabbiata, di andare via e di non fare lo stronzo. Rispose che doveva andare a Caltanissetta. Chiesi la sua nazionalità e rispose che era somalo. Poi: "Mia moglie vuole sapere come ti chiami". Sempre sorridendo rispose che si chiamava, mi è sembrato di aver capito, Azizi, mentre mia moglie mi minacciava: "Guarda che te faccio pentire! Vero ti dico!" "Sali dietro che ti accompagnamo" gli dissi deciso mentre lei sussurrava: "Guarda che dico sul serio eh! Lo faccio apposta per ripicca!" Gli feci mettere il borsone nel cofano e salì. Avevo ripreso a camminare e le dissi: "Vorrei proprio vedere se ne hai il coraggio. Io te lo consiglio, lo sai i negri che cazzo hanno?". Lui sorrideva imbarazzato. Lei: "Ah si? Fermati allora se ne hai tu di coraggio". Mi fermai, scese e risalì dietro accanto al nostro ospite. "Così ti faccio vedere io. vai! Possiamo andare" disse serena. Ripartii e subito sentii Azizi mugulare; mi chiesi cosa fosse. la troia aveva fatto spostare Azizi al centro del sedile e vedevo la sua mano destra sulla patta di lui. "Puoi vedere?" mi chiese. Rallentai, inserii le 4 frecce e proseguii quasi a passo d'uomo; regolai lo specchietto retrovisore e la troia, sorridendo forzatamente, guardava me e continuava a palpare dicendogli di ...
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