Era una notte buia e tempestosa - 2
Data: 21/12/2017,
Categorie:
Gay / Bisex
Autore: adad
‘’Era una notte buia e tempestosa, il vento ululava fra le cime degli alberi, curvandoli coi rami fino terra. Sandro aguzzava la vista, cercando di guidare per quella strada di campagna, ma la luce smorzata dei fari non riusciva a penetrare la barriera di tenebra e pioggia se non per qualche metro, né i tergicristalli impazziti ce la facevano a tenere sgombro il parabrezza dagli scrosci diluvianti.
Cosa diavolo gli era venuto in mente di lasciare la statale? Aveva preso quella scorciatoia nel tentativo di arrivare a casa un po’ prima; l’aveva fatta altre volte… già, ma un conto è farla di giorno, col sole e fischiettando qualche arietta di Mozart, un altro in una notte di tregenda, con i diavoli scatenati a caccia di streghe, che squarciano le nuvole e scagliano folgori contro la terra!
Quasi evocato, un fulmine si abbatté nelle vicinanze e lo abbagliò col suo lampo accecante, mentre i vetri della macchina tremavano allo scoppio improvviso. Sandro sobbalzò col cuore in gola e automaticamente tolse il piede dall’acceleratore… La macchina, trattenuta dalla pioggia e dal fondo stradale pantanoso, andò rallentando fino a fermarsi e a spegnersi con un secco sbatacchio, prima ancora che lui avesse riacquistato il controllo e la vista.
Passò qualche minuto, poi i suoi occhi ritrovarono un po’ di sensibilità e Sandro fissò allucinato davanti a sé: sottili filamenti neri foravano la luce dei fari, mentre la pioggia frastuonava sul tettuccio della macchina, non più attutita e ...
... sovrastata dal brontolio del motore.
Cercò maldestramente di rimettere in moto, girò la chiavetta, ma la macchina rispose con un gracchìo secco. Riprovò di nuovo, una volta, due… tre… Per un momento, il motore sembrò riprendere vita, ma poi si imballò e defunse del tutto.
Sandro spense i fari e si guardò attorno disperato: buio dappertutto, un buio reso ancor più desolato dal frastuono della pioggia. E adesso? Dubitava che qualcuno sarebbe passato di lì nelle prossime ventiquattro ore, e non aveva la minima idea di dove si trovava, né se ci fossero delle abitazioni nelle vicinanze.
Cercò di aguzzare la vista attraverso i vetri, ma ormai oltre alla pioggia, erano anche appannati dal vapore. Rimanere lì fino all’alba? Guardò l’orologio: cazzo, erano solo le 21.36! La situazione ideale per un serial killer, pensò con amara ironia, ma inserendo comunque la chiusura di sicurezza, per precauzione.
Reclinò un po’ il sedile e cercò di mettersi comodo… magari avrebbe anche potuto dormire un po’… Rimase un sacco di tempo a fissare il buio davanti a sé, senza pensare a niente, poi accese la lucetta e guardò di nuovo l’orologio… Sperò che fossero passate almeno un paio d’ore: le 21.45… cazzo!!!!
All’improvviso si sentì prendere da un senso di inquietudine… doveva muoversi… doveva fare qualcosa! D’impulso, uscì dalla macchina, sbatté la portiera, si tirò su il colletto della giacca e, incrociando le braccia sul petto, si avviò svelto sotto la pioggia.
Dopo alcuni passi ...