1. Era una notte buia e tempestosa - 2


    Data: 21/12/2017, Categorie: Gay / Bisex Autore: adad

    ... fuoco.
    
    “Ti dà fastidio questa musica? – chiese Roberto, rientrando – Se vuoi, spengo.”
    
    “No, lascia pure: è la mia preferita.”
    
    “Ti ho preparato un paio di sandwich, - aggiunse il giovane, deponendo un vassoio sul tavolinetto lì a fianco - ho pensato che potevi aver fame…”
    
    Sandro lo guardò con gratitudine e ne prese subito uno, mentre Roberto tornava a sedersi sulla poltrona di fronte. Aveva le gambe leggermente aperte e le falde dell’accappatoio gli si erano scostate un poco, permettendo a Sandro di intravvedere un minuscolo scorcio della coscia, appena sopra il ginocchio.
    
    “Ho telefonato al soccorso stradale, mentre eri in bagno.”, disse Roberto.
    
    “Grazie, e quando vengono?”
    
    “Mi dispiace, ma fino a domani non se ne parla: sembra che hanno un casino di interventi stanotte e quando gli ho detto che eri al sicuro da me, hanno rimandato a domani.”
    
    “Ma…”
    
    “Puoi fermarti qui, stanotte, non c’è problema. Domani mattina sistemeremo tutto.”
    
    “Ti sto dando un sacco di fastidio…”, si rammaricò Sandro.
    
    “Tranquillo, ho una stanza degli ospiti, in cui non dorme mai nessuno.”
    
    “E’ molto bella la tua casa.”, osservò Sandro, cercando di distogliere gli occhi dal lembo di coscia, adesso più ampio, del suo ospite.
    
    “Era dei miei, - sorrise Roberto – ci sono nato.”
    
    “Ci vivi da solo?”
    
    “Sono stato sposato; - spiegò Roberto - ma non ha funzionato. Dopo il divorzio, lei se n’è andata e io sono rimasto a vivere qui. E tu sei sposato?”
    
    “Io? – chiese ...
    ... stupidamente Sandro – No…”
    
    “Hai cancellato le donne dalla tua vita?”
    
    “Qualcosa del genere…”
    
    “A proposito, hai bisogno di telefonare a qualcuno che non rientri?”, gli chiese Roberto, allungandosi ad attizzare il fuoco.
    
    Così facendo, per bilanciarsi, allungò la gamba destra e la falda dell’accappatoio scivolò di lato, scoprendola del tutto fino a mostrare un lembo dei candidi slip che indossava di sotto. Sandro rabbrividì e si sentì la gola secca.
    
    “No… ti ringrazio… - riuscì a rispondere – vivo da solo pure io.”
    
    Roberto si raddrizzò e si ricompose, ma ora la situazione era per certi versi peggiorata, perché le falde dell’accappatoio erano aperte in maniera tale da mostrargli l’intera fuga prospettica delle cosce pelosette, con una discreta visuale anche del bozzolo prominente al loro punto di convergenza.
    
    Si rende conto dello spettacolo che mi sta dando o lo fa apposta?, si chiese Sandro, sentendosi un po’ imbarazzato per l’eccitazione che sentiva montarsi dentro. Per fortuna, il cazzo gli era scivolato in mezzo alle cosce e lui se le strinse ancora più forte, in modo da tenerlo celato, adesso che gli era venuto mezzo duro.
    
    Ma a quanto pare, Roberto non si rendeva conto di niente; anzi, nel corso della conversazione, in cui si raccontarono parte della loro vita, quello che si poteva, ovvio, la cintura dell’accappatoio gli si era andata via via allentando, facilitando in tal modo un ulteriore scivolamento laterale delle falde dell’accappatoio, con conseguente ...