1. Era una notte buia e tempestosa - 2


    Data: 21/12/2017, Categorie: Gay / Bisex Autore: adad

    ... ai piedi: evidentemente era già a letto e si era messo la prima cosa capitatagli sotto mano.
    
    “Non so…- rispose Sandro, cercando di controllare i brividi che lo scuotevano – Mi dispiace disturbarla…”
    
    “Per carità! Meno male che ero a casa, piuttosto. Venga, venga con me.”
    
    Sandro non si mosse.
    
    “Le sto sporcando tutto.”, fece con tono desolato, guardando la pozza di fango e di acqua che gli si era formata attorno ai piedi.
    
    “Che sciocchezza! – fece il giovane, afferrandolo per un braccio – Venga, vuole prendersi un accidente?”
    
    Lo condusse in un bagno, poco più avanti nel corridoio.
    
    “Si tolga quella roba bagnata e faccia una bella doccia bollente, - gli disse deciso, tirando fuori degli asciugamani e un accappatoio, che appese ad un gancio – poi le darò qualcosa di asciutto da mettere. A occhio e croce, abbiamo la stessa taglia. Faccia con comodo, io l’aspetto di là, in soggiorno.”
    
    Sandro era rimasto un po’ spiazzato da tutta quella disponibilità.
    
    “Senta…”, fece.
    
    L’altro sorrise.
    
    “Ah, mi chiamo Roberto… Roberto Negri, e penso che possiamo darci del tu.”
    
    “Grazie”, mormorò Sandro, stringendogli la mano… una bella mano asciutta e forte.
    
    “Fatti una doccia e poi vieni di là, intanto accendo il camino e preparo qualcosa per scaldarti.”, e uscì, chiudendosi la porta alle spalle.
    
    Dieci minuti dopo, Sandro venne fuori dal bagno, pulito e profumato, avvolto in un morbido accappatoio di spugna color panna.
    
    Si sentiva un po’ a disagio così, e ...
    ... avrebbe voluto indossare qualcosa, ma le sua roba era ancora fradicia e l’altro non gli aveva dato ancora nulla da mettere. Guardò verso l’ingresso e notò che le sue orme acquose erano state asciugate.
    
    Si diresse verso una porta aperta e illuminata. Da cui veniva una musica gradevole, molto bassa: da riempire i vuoti della solitudine, senza violentare lo spirito, come aveva detto una volta un suo personaggio. Vivaldi, forse, o Corelli: una musica che amava moltissimo.
    
    Entrò in un ampio salone e trovò un bel camino acceso ad aspettarlo. C’erano due poltrone davanti e un tavolinetto di lato.
    
    “Oh, eccoti qua.”, disse Roberto, accorgendosi del suo arrivo.
    
    Si alzò per accoglierlo. Indossava ancora l’accappatoio e questo fece sentire Sandro un po’ più a suo agio. Era davvero un bel tipo, adesso che poteva guardarlo meglio, sui trentacinque anni, dieci meno di lui… e con quell’accappatoio, ora più lento in vita, era davvero seducente. Sandro si sentì un formicolio sotto i coglioni e tremò all’idea che gli venisse duro… e non portava neanche le mutande!
    
    “Va meglio?”, gli chiese il giovane, facendogli cenno di venire avanti.
    
    “Sì, molto meglio… Senti, io non so davvero come…”
    
    “Ringraziarmi? – lo interruppe l’altro – Lascia perdere. Vieni a sederti vicino al camino, così ti scaldi.”, e gli indicò l’altra poltrona.
    
    “Accomodati pure, vengo subito.”, gli disse poi, uscendo dalla stanza.
    
    Sandro si sedette, tirandosi bene l’accappatoio sulle gambe, e tese le mani al ...