1. Philos, Eros


    Data: 24/02/2021, Categorie: Gay / Bisex Autore: Nelko

    ... muscoli stretti e umidi mi circondarono in una morsa implacabile. Stretti, era ancora stretto nonostante l’avessi già posseduto, mi immobilizzai al sentire il suo urlo sorpreso, capii di dover lasciare che si abituasse, che mi accogliesse. Sperai di non averlo fatto sanguinare. Attesi circa mezzo minuto, un inferno. Sentivo la necessità di muovermi, di spingere, di andare a fondo. L’occhio cadde sul segno rosso dei miei denti sulla curva tra collo e spalla e mi ritenni molto soddisfatto. Marchiato, carponi, sudato e ansimante mentre lo penetravo: era un Angelo caduto, preda degli istinti più basilari, sfregiato e consumato dal fuoco che ardeva, uguale e dannato, dentro di me. Emise come un lamento: lo presi come il segnale che attendevo. Una spinta, due, tre, gentili. Ondeggiavo sopra di lui e lo sentivo fremere, tendersi. Mi ritrassi, lasciandogli dentro solo la cappella, e mi rizzai per afferrargli i fianchi. Potevo vedere il mio pene che pulsava, le curve delle natiche e i muscoli guizzanti, la testa china tra le spalle rilassate. Aveva abbassato la mano dal muro e si sorreggeva, tranquillo, in attesa. Aggiustai la presa, muovendo le dita come in un massaggio e assaporai il sospiro contento di Angelo, poi con forza lo tirai indietro, penetrandolo ancora e ancora, io vestito, lui nudo carponi sul pavimento. Lo penetrai, sbattendolo contro il mio inguine, lo penetrai immaginando il lividi sui fianchi, sulle ginocchia. Lo penetrai per farlo godere, per farlo piangere, con ...
    ... l’intento di farlo venire solo col mio pene dentro di lui. Lo schiocco di carne contro carne risuonò nel camerino angusto, i suoi lamenti e i miei grugniti s’intrecciavano. Il piacere bruciava, diffondendosi dal mio inguine lungo tutto il corpo mentre sbattevo il ragazzo che amavo come una bambola di pezza. Vederlo nudo e sudato, sottomesso, mentre sentivo il tessuto dei jeans attorno alle cosce con la fibbia della cintura che tintinnava a ogni spinta, e la camicia tesa sul petto, bagnata lungo la schiena… evocò in me un senso di potere, di godimento perverso. Smisi di tirarlo contro di me, e iniziai invece a spingere, a fotterlo come si deve, l’addome che si contraeva e si rilassava ad ogni spinta, trovando piacere nelle grida di Angelo, negli schiocchi bagnati, nel sentirlo contrarsi attorno a me. Lo montai come un animale, penetrandolo con foga e abbandono, curvo su di lui. E con l’idea dell’animale in testa, mi abbassai per tornare a morderlo, stavolta sulla nuca. Affondai i denti e rimasi così, tenendolo effettivamente fermo mentre lo montavo. Emise un singulto strozzato e lo sentii contrarsi furiosamente, il suo canale mi stringeva in una morsa e iniziò a tremare, spasmi di piacere lo scossero mentre l’orgasmo lo devastava. La consapevolezza di averlo fatto venire solo penetrandolo, sentendolo tremare sotto di me mentre ancora lo montavo, ancora lo mordevo, mi provocò un’ondata di piacere così forte che credetti per un attimo di essere venuto. Invece, mi ritrassi, lo ...