1. Philos, Eros


    Data: 24/02/2021, Categorie: Gay / Bisex Autore: Nelko

    ... fili, stoffe e aghi, e dai capi appesi al soffitto a dondolare nella brezza causata dall’aprirsi e chiudersi della porta. Fu il tintinnio della campanellina della porta che mi distolse dal libro dei compiti estivi, accucciato sullo sgabello dietro al bancone quello stesso pomeriggio. Angelo non attese che qualcuno lo invitasse ad entrare -era pur sempre un negozio, in effetti, non una casa- e si diresse dritto verso di me con passo da bersagliere. Nonostante il mio muto stupore, riuscii ad accorgermi di come i suoi occhi non fossero dorati, ma castani. Nella fresca penombra, le venuzze d’oro rilucevano come di luce propria, mentre i lunghi capelli rossicci, raccolti in una coda e bronzei sotto il sole, apparivano anch’essi castani. La bocca sottile, rossa, già sensuale, era tirata in un sorriso. Nonostante avessi undici anni e ancora non conoscessi pressoché nulla dell’amore e delle sue sfacettature, mi sentii arrossire. “Sei sparito, dopo il balletto finale.” Nel silenzio del negozio, dove solo il debole tintinnio rieccheggiava, la sua voce era chiara, decisa. “Uh uh” risposi brillantemente. “Dovevi avere una gran fame” inclinò la testa “sei corso via senza nemmeno salutarmi. Ti aspettavo al cancello.” Il senso di colpa mi pervase. Dovevo averlo sorpassato senza neanche vederlo. Angelo appoggiò le mani sul bancone e si sporse in avanti. “Che fai?” Sollevai il libro. “I compiti. Anche tu li hai?” Storse il naso. “Odio i compiti. Soprattutto in estate.” Fece il giro del ...
    ... bancone e mi mise un braccio attorno alle spalle. “Hai sbagliato qui” indicò una moltiplicazione a due cifre. “Sette per otto più due di riporto fa cinquantotto, non cinquantanove.” Arrossii di nuovo. Per qualche motivo, mi imbarazzai non poco per aver commesso un tale errore e soprattutto perché Angelo se n’era accorto. L’avevo sempre guardato da lontano, ascoltando la sua risata contagiosa, osservando i suoi gesti decisi, da capobanda. Riusciva ad affascinare adulti e coetanei con la parlantina, i gesti eleganti, i sorrisi smaliziati. Gli anziani che parlottavano al bar dicevano che Angelo sarebbe diventato un rubacuori. E che prima o poi, sarebbe finito nei guai. Che si sarebbe fatto male. Angelo era, in un certo senso, un bulletto. Nonostante fosse piccolo e grazioso, era forte, determinato, senza paura. Saltava addosso ai ragazzi più grandi e li graffiava. Rispondeva agli adulti e non chinava la testa nemmeno dopo lo schiaffo o lo scappellotto. Si imponeva sugli altri bambini senza nemmeno troppa fatica e si aspettava, già a undici anni, di essere obbedito. Rimase con me tutto il pomeriggio. Dopo solo qualche minuto mi convinse a chiudere il libro e a giocare. Giocammo a carte -Angelo mi insegnò molti giochi nuovi, come famiglie e briscola. A un certo punto, indicò le scatole. “Tu sai cucire?” mi chiese, passando le dita tra i lunghi capelli. “Sì.” “Sei bravo?” Con un po’ di orgoglio, risposi “Sì”, gonfiando il petto. “Fammi vedere.” Così, cucii per lui un calciatore di pezza ...
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