1. Philos, Eros


    Data: 24/02/2021, Categorie: Gay / Bisex Autore: Nelko

    ... con i tessuti che mio zio teneva nel cassetto. Gli feci i capelli lunghi e gli occhi d’oro, e Angelo mi sorrise quando glielo porsi. Tornò da me tutti i pomeriggi, a giocare a carte. Ogni volta per lui cucivo qualcosa, anche una bambola, per la quale pretese poi l’intero guardaroba. Un giorno, portò il suo libro dei compiti. La mattina mi correva incontro prima della messa e mi trascinava nella sagrestia, per convincere il prete a farmi diventare chierichetto come lui. Il prete alzava gli occhi al cielo tutte le mattine, e tutte le mattine ripeteva “Se vuole, può diventare chierichetto insiema a tutti gli altri, quando a novembre ci sarà la presentazione dei nuovi chierichetti. Come è stato per te.” Gli promisi che a novembre sarei diventato chierichetto. Alla serata finale del grest, mi prese per mano e mi portò dietro la chiesa, sotto l’albero. Ci sedemmo per guardare i fuochi. Alla fine, durante i tre colpi finali, mi diede un bacio sulla tempia e ridacchiò. E a undici anni mi innamorai. *** Con mio grande disappunto, alle medie non finimmo in classe insieme. Invece, in classe con Angelo andò Claudio, un ragazzino che detestavo per vari motivi e che, scoprii ben presto, aveva tutta l’intenzione di stargli appiccicato. E quello che mi fece più dispiacere, fu che ad Angelo la cosa non parve dare alcun fastidio, anzi. In pochi mesi, a malapena mi salutava in corridoio. Non tornò più alla bottega del sarto, nonostante io continuassi a cucire per lui. Per vendetta, decisi a ...
    ... novembre di non diventare chierichetto, ma realizzai di aver commesso un errore. Alla fine dell’anno, lo vidi prendere Claudio per mano, e portarlo dietro la scuola. Quell’estate i miei genitori decisero di fare una lunga vacanza in camper. Persi tutto il grest parrocchiale e quando tornai, Angelo era partito per la Sardegna. Sarebbe tornato a settembre. Quell’estate fu tremenda. Sebbene non fosse calda come la precedente, ebbi quasi costantemente l’amaro in bocca, perché ero tornato a guardare Angelo da lontano -o a non vederlo affatto. A distanza di anni, non capii cosa mi affascinasse così tanto di lui. Forse il suo essere così estroverso, mentre io ero così timido ed impacciato. Mi chiesi sempre cosa spinse Angelo ad avvicinarsi a me, quel giorno sotto l’albero. Non lo capii mai. Di Angelo capii sempre ben poco, in verità. E poi un giorno, Angelo si avvicinò di nuovo. Ero in corridoio, un pomeriggio di novembre. Aspettavo che cominciasse la lezione di violino. Un terribile senso di dejàvù mi assalì quando Angelo si lasciò cadere accanto a me sul pavimento, bottiglietta d’acqua in mano, il copione per la recita di Natale in mano. “Alessio.” Grugnii. “Siamo amici?” Mi girai di scatto verso di lui. “E Claudio?” Non l’avevo più visto in giro, dopo aver appreso della sua bocciatura. Angelo ridacchiò. “Geloso?” Sbuffai, lasciandomi ricadere contro il muro. E così, semplicemente, tornammo a parlarci. Fummo vicinissimi per tutte le medie. Angelo era ancora un bulletto, io ero ancora ...
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