-
Philos, Eros
Data: 24/02/2021, Categorie: Gay / Bisex Autore: Nelko
... timido. Quell’anno diventai chierichetto, ed eravamo così vicini, in effetti, che il prete iniziò a guardarci in modo strano. L’estate degli esami fu piovosa. Nelle classi c’era addirittura freschetto e i professori commentarono di come fosse la prima volta che i ventilatori non venissero accesi. La mattina dell’orale ero nervoso. Molto nervoso. I miei voti erano buoni, ma niente di che, e nelle interrogazioni farfugliavo sempre, da timido che ero. Angelo era con me. Lui l’aveva già fatto e tentava di calmarmi. “Eddai, non è così difficile. Vedrai che andrà benone. A me è andata bene, e io sono io.” Sbuffai. Con la sua parlantina, li avrà storditi come si deve, in effetti. Alla fine uscii col dieci e Angelo mi guardò molto male. Però poi mi prese per mano, e mi portò dietro alla scuola, e mi baciò sulla guancia. *** Mi accorsi che qualcosa stava cambiando al secondo anno di liceo. A sedici anni, Angelo era in piena giovinezza ed era bellissimo. Mentre io ero composto di brufoli, la sua pelle era bianca e liscia e il suo sorriso luminoso. I lunghi capelli non erano più bronzei, ma rilucevano rossi al sole. La pubertà era generosa, con Angelo. Era ancora minuto, dalle fattezze delicate, con grandi occhi da cerbiatto ma un chiaro atteggiamento mascolino, il che lo rendeva popolare sia tra le femmine che tra i maschi. E con i maschi giocava, Angelo. Sebbene lanciasse sorrisi e occhiate alle ragazze, si lasciava rincorrere dai ragazzi più grandi. Li stuzzicava in un modo o ...
... nell’altro e poi, con un grido, correva via, facendosi inseguire. Lo faceva anche con me, ma non si lasciava mai prendere. Nessuno era mai riuscito a prenderlo. A sedici anni, allora più che mai, perfezionai l’arte della masturbazione. A diciassette anni, notai che si faceva rincorrere spesso da un ragazzo in particolare. Era alto, e ben piazzato, con un taglio militare. Non seppi mai il suo nome, Angelo non ne parlava. Ma quando, di sera, le compagnie si trovavano in piazzetta, io e Angelo ci sedevamo sulle panchine e giocavamo ad inventare storie per la gente che passava. E ad un certo punto, mi toccava piano il polso, poi si alzava e giocava a farsi rincorrere, soprattutto da quel ragazzo. Un giorno, la sera del suo diciottesimo compleanno, corse più lontano del solito. Il ragazzo continuò ad inseguirlo, e Angelo si lasciò prendere. Il ragazzo lo afferrò per la vita e lo sollevò in aria. Angelo però scalciò, e il ragazzo lo mise giù. Angelo lo prese per mano, e lo portò dietro la chiesa. D’istinto mi alzai e li seguii. Nascosto sotto l’albero, osservai Angelo celebrare la maggiore età in ginocchio, poi contro il muro. A diciotto anni, capii di amarlo. Ma capii solo questo, riguardo ad Angelo. Lo rividi una sola volta dopo quella notte. Entrò nella bottega e mi disse che partiva. Andava a Milano, a fare il modello. Non sapeva quando sarebbe tornato. Se mai sarebbe tornato. Aggirò il bancone, mi prese per mano e mi portò sul retro. Mi baciò sulla bocca, dolcemente. Affondai le mani ...