1. Al mare - le rivali - 4 parte


    Data: 02/03/2021, Categorie: Etero Autore: Sabrinazeta

    In quei giorni di libertà e vacanza, Giulio si era sempre comportato da galantuomo, ma una nuova prova per questo giovane maschio stava per arrivare.
    
    Venerdì arrivò una famiglia di francesi con la loro procace figliola di nome Justine.
    
    Non serve dire che questo fiore di Francia appena ventenne, raccolse più sguardi che raggi di sole, tant’è che restava spesso sotto l’ombrellone perché la sua fragile pelle di porcellana bretone, arrossiva subito sotto questo luminoso cielo mediterraneo.
    
    Era molto castigata, aveva una folta chioma castano chiaro con qualche sfumatura rossa, sempre ben legata con elastici di diversi colori e si sapeva vestire elegantemente ,senza scadere nelle grandi firme, qualità che apprezzo molto sia negli uomini che nelle donne. I suoi occhi blu erano sempre nascosti dietro grandi occhiali scuri che abbassava sapientemente sopra la punta del naso solo quando voleva darsi un tono; aveva lunghe mani affusolate con un solo anellino d’argento fino, non si capiva se fosse promessa a qualcuno,un regalo della mamma o solo un bluff per ingannare tutti e lei se ne guardava bene dal rivelarlo, lasciando tutto all’immaginazione di chi l’avvicinava.
    
    A quell’età i seni stanno su da soli e il reggiseno è solo un modo per dargli un taglio diverso, lei aveva due enormi seni e la pelle così tesa che faceva invidia a tutti sulla spiaggia e i commenti degli uomini si sprecavano su come avrebbero torturato tra le loro mani quella meraviglia.
    
    Erano ...
    ... grandi e sodi, si appoggiavano con tutto il loro peso su quel esile torace e il bikini sembrava faticare a tenersi legato, le braccia e le spalle fini, accentuavano le forme di quel seno procace.
    
    Se uno di quei porci sulla spiaggia, le si fosse messo sopra, come sentivo dire, tra un ombrellone e l’altro, per approfittarsi di tanta morbidezza, probabilmente le avrebbe spaccato due coste al primo colpo di reni.
    
    Le gambe erano ancora quelle di una adolescente, ne muscolose, ne grasse, ma agili e lei le teneva sempre serrate senza mai scivolare in pose volgari o imbarazzanti.
    
    Il culetto era pronunciato ma asciutto. Sodo e invitante ma sempre coperto agli occhi famelici degli uomini in spiaggia, da uno slip adeguato e coprente. Aveva sandali sobri e dalle linee eleganti calzati da un bel piede greco e con le unghie ben curate, segno che la ragazza ci teneva a sottolineare la sua femminilità come si suol dire, dalla testa ai piedi.
    
    C’era anche sua madre, una donna grosso modo della mia età, capelli corti, formosa ma sempre coperta da camicie arabeggianti e scure, fino alle ginocchia, quasi a voler nascondere le proprie forme ormai non più piacenti pensai e portava sempre occhiali scuri, senza toglierseli mai.
    
    Ma questo è quel poco che notai da uno sguardo sommario e affrettato, nei primi due giorni della loro lunga permanenza; perché appena quel cornuto di suo marito se ne andò, probabilmente per tornare in Francia a curare gli affari, le due donne cambiarono ...
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