1. Rayja, autoreggenti e pizzo, impara ad amare i piedi.


    Data: 02/03/2021, Categorie: Trans Autore: Rayja

    Eseguo i suoi ordini quanto più velocemente posso e, indossate le autoreggenti, vado subito in salotto.
    
    E’ seduta in poltrona, indossa un body nero aderentissimo con le maniche corte, tipo ballerina, un paio di collant neri setificati e porta ancora quegli stupendi stivali di pelle nera lucida che così accuratamente ho leccato in precedenza.
    
    "Prima mi hai leccato gli stivali, ora me li togli e ti dedichi ai miei piedi. Sono stanchi e sudati e quindi trattali con cura".
    
    Mi indica i suoi bellissimi stivali, che vorrei essere io ad indossare.
    
    Gliele tolgo ed è poi lei a togliersi i collant.
    
    "Desidero che insieme alle tue sensuali autoreggenti, tu indossa pure questo reggiseno di pizzo, che, come vedi, è anch'esso di un bel rosso fiammante.
    
    Un regalino per te, per premiare la tua ubbidienza.
    
    E' ben imbottito come piace a te ed è un modo da parte mia per ringraziarti della tua assoluta sottomissione".
    
    Le parole di mia moglie mi toccano nel profondo, Sono come una parentesi tra i momenti del nostro gioco di ruoli. Un gioco per modo di dire, visto che ormai tale non è più, bensì, come ardentemente io desideravo, la realtà quotidiana.
    
    Quelle parole sono un suo modo per uscire dal personaggio di crudele dominatrice e, divenuta per pochi secondi moglie affettuosa, dirmi quanto mi ama. Ne sono commossa e riempita di infinita gioia.
    
    "Indossali poi inginocchiati davanti alla tua Dea e fai bene il tuo lavoro checca, altrimenti sarai severamente ...
    ... punita."
    
    Indosso il reggiseno, che questa volta è lei affettuosamente ad allacciarmi, e mi metto in ginocchio davanti alla mia suprema padrona. Lecco, bacio e succhio i suoi graziosi piedi. La loro vista è per me eccitante da morire e lei lo sa perfettamente.
    
    Mi lascia fare, prendo in mano i suoi piedi, uno per volta e mi ci dedico più che posso, voglio farle sentire la devozione e la passione che ho per lei e faccio di tutto per riuscirci.
    
    Mentre mi dedico a questo compito, mi tornano in mente i momenti del mio addestramento a schiava leccapiedi.
    
    Prima di avere l’onore di leccare le divine estremità della mia Venere, ho dovuto abituarmi all’odore dei piedi. Fino ad allora avevo soltanto annusato la leggera fragranza di cuoio che i suoi sandali lasciavano sulla pelle del piede durante le calde giornate d’estate. Poi la mia Padrona decise di avvezzarmi ad odori più forti.
    
    Dapprima mi costrinse ad annusare senza pausa i suoi stivali dopo che erano stati indossati per ore nel corso delle nostre passeggiate (allora uscivo ancora vestito da uomo).
    
    Poi, dopo avermi costretta ad inginocchiarmi a quattro zampe ai suoi piedi, mi aveva messo un vistoso collare da cane ed un guinzaglio, che legò attorno alla sua caviglia in modo da mantenere il mio viso costantemente a pochi centimetri dal suo piede.
    
    La mia divina Padrona inventò pure tecniche di tortura più raffinate, come il legare una scarpa direttamente sulla mia faccia col naso infilato dentro, lasciandomi così pure per ...
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