Rayja, autoreggenti e pizzo, impara ad amare i piedi.
Data: 02/03/2021,
Categorie:
Trans
Autore: Rayja
... all’odore”.
Poi iniziò a palpeggiare con le sue bellissime mani il membro del Manuel, che mugolava di piacere.
Ad un tratto si interruppe, porse la mano aperta davanti alla mia faccia e mi ordinò di leccarla. Aveva le dita lunghe e affusolate e le unghie perfettamente laccate di colore porpora.
Io obbedii ed iniziai a passare la mia lingua sul palmo, poi fra le dita, assaporando il liquido salino e trasparente che il pene di Manuel aveva iniziato ad emettere.
Poi mi ordinò di toglierle i sandali che indossava ed iniziò ad accarezzare coi piedi il pene di Manueli. Lo aveva catturato tra entrambi e si muoveva ritmicamente, fino a quando lui non venne, emettendo un grido di piacere ed inondando di sperma il collo e il dorso dei piedi di mia moglie. La mia Padrona continuò a strofinare le suole dei suoi piedi sul glande dell’amante, raccogliendo i residui di liquido. Poi mi fece cenno col dito di avvicinarmi, sorridendo beffardamente.
”Ti piacciono Rayja i miei piedini?”
“Si padrona e bagnati del liquido del tuo amante, nonché mio Padrone, li amo ancora di più”
“Ero proprio ciò che desideravo sentirti dire maritino mio diventato ormai una vera donna.
Spero tu abbia osservato bene come ho accarezzato e portato all'orgasmo il pene del mio stallone.
La prossima volta toccherà a te masturbare allo stesso modo Manuel.
Ora avrai l’onore di ripulire i piedi della tua Dea e dovrai farlo dolcemente”.
Incominciai a leccare via lo sperma, iniziando a ...
... leccare prima il collo, scendendo fino alle dita, succhiando queste una ad una.
Mentre lo facevo i due mi deridevano e di tanto in tanto mi facevano girare e mi frustavano le natiche, quasi fino al punto da farmi piangere.
Intanto il sapore dello sperma, acido e salato, patinava la mia bocca, riempiendola di eccitazione. Alla fine leccai le suole, mentre la mia Padrona si distendeva e rilassava.
Questo fu l’epilogo del mio percorso di addestramento a venerare i piedi. Mi sentivo ancora più pienamente appartenente alla mia Padrona e provavo un immenso piacere nell’esaudire gli ordini della mia Dea.
Ero diventata ancora più schiava fedele di Giulia, sempre più insaziabile nell'umiliarmi, e del suo amante.
Ero a tal punto sottomessa e rassegata a subire umiliazioni sempre crescenti ed a tal punto oggetto dei loro capricci da spingerla a pensare e fare cose orrende.
Azioni impensabili, che la sua fantasia perversa, guidata dalla certezza di essere onnipotente nei miei confronti, escogitava in continuazione.
Una volta mi ordinò di leccare e succhiare a lungo l'alluce di Manuel. Poi mi fece girare, sempre a quattro zampe, volgendo loro la schiena, e chiese a Manuel di infilarlo nel mio ano-vagina.
Lui non ebbe bisogno di spingere forte affinché penetrasse bene dentro di me.
Sfondata come già allora ero, entrò facilmente ...e la cosa mi piacque moltissimo.
Il seguito però fu tremendo. Sebbene io fossi girata, quando lo estrasse dal mio buchetto, potei sentire ...