1. Il mio professore


    Data: 07/03/2021, Categorie: Sentimentali Autore: Veronica004, Fonte: EroticiRacconti

    Arrivai nella sala dove si trovavano uno accanto all'altro gli uffici dei Docenti: ero agitata, un leggero tremolio si scatenava su tutto il mio corpo, sentivo il viso in fiamme, gli occhi appannati, ad un certo punto sentì le orecchie fischiare, mi sedetti, notando la porta chiusa e la sua voce: era impegnato. Non sapevo che dire, non sapevo come salutarlo, dirgli addio, -Cordialmente come si farebbe con qualsiasi professore - pensai, no, non con lui... quello che si era costruito tra di noi nei mesi precedenti era qualcosa di più di un esame, qualcosa di più che una semplice collaborazione in vista della tesi. Per lo meno avevo la scusa di restituirgli alcuni libri che mi aveva prestato: qualcosa a cui aggrapparmi. Mi ero preparata qualche discorso o meglio qualche frase che lasciasse trapelare velatamente quanto gli fossi grata e di come non l'avrei mai dimenticato. Ma i miei sentimenti erano sbagliati e forse anche un po' scontati, per questo banali, insignificanti ma quella complicità di sguardi, quel velo di tensione, quelle battute per smorzare l'imbarazzo, quelle volte in cui mi ero ritrovata a confidargli come nulla fosse le cose più intime, e lui che mi guardava come se fosse l'unico al mondo in grado di comprendermi, non ho mai capito veramente perché mostrai proprio a lui le parti più oscure del mio io interiore: le mie incertezze sul futuro, le mie debolezze, le mie più grandi paure, tutto ciò che odiavo della gente che mi circondava, tutto ciò che amavo, i ...
    ... momenti più difficili del passato, la mia parte peggiore e forse anche la migliore di me, eppure mai me ne trovai pentita, facevo scorrere i miei pensieri senza rendermene conto, e mai, dico mai una sua reazione mi aveva fatto pensare: -Ecco questa potevo evitarla!- anzi il suo modo di parlarmi mi faceva sentire sempre speciale, come se ogni cosa che dicessi anche la più sciocca per lui contasse, per lui avesse un senso, un senso che il resto del mondo non vedeva, che a volte io stessa non vedevo. Doveva esserci qualcosa di più, non poteva essere solo il frutto della mia immaginazione, non poteva essere, come sempre, tutto solo nella mia testa, quelle immagini ripercorrevano nella mia testa come in un film, come quelli che analizzai per la tesi. Fui distratta dall'aprirsi della porta, apparve lui che salutava un uomo più grande, sembrava essere un suo collega, si accorse della mia presenza mi guardò e smise di parlare, io mi alzai di scatto, accennai un sorriso, vederlo nonostante tutto mi tranquillizzava, ritornò sul collega e lo salutò di nuovo -Allora ci aggiorniamo, ciao!-. Mi invitò ad entrare con un cenno, il sorriso sghembo, non disse nulla, solo -Prego-, c'era qualcosa che non era da lui, forse il fatto che non mi avesse detto il solito e alquanto irritante -Buongiorno, come va?-, o qualcosa nella sua espressione, sembrava più sciolto, meno impostato del solito, forse semplicemente sapeva che eravamo arrivati al capolinea, non erano più necessari gli incovenevoli, feci per ...
«1234...10»