1. Una stella in febbraio


    Data: 08/03/2021, Categorie: Etero Autore: giullorenzo

    ... d’argento. Ma anche un matrimonio è così, rassicura proprio perché lo si fa già sapendo ogni volta dove lui toccherà, cosa vuole che tu faccia in fretta e cos’altro non fare, e anche i corpi sempre uguali a se stessi, e le voci, le emozioni ogni volta più lente, meno tese, più spente… Chiudo gli occhi e distendo le gambe sotto la scrivania. E quel caldo da dentro sale su come un sogno, un lunghissimo sogno. E c’è Mauro, nel sogno, proprio lui, la sua faccia, i suoi capelli neri e le mani, grandi, forti decise.
    
    Un bussare leggero, una porta che cigola, i miei occhi si aprono: Mauro è entrato e sorride. Io lo guardo, ma una parte di me non è uscita dal sogno. Nel mio sogno Mauro porta un berretto, nel mio ufficio ora invece ha i capelli all’indietro e tirati col gel. Parla col suo tono abituale, professionale ma dolce, tra un “ti seduco” e un “ti allontano”, e accavalla un ginocchio sull’altro. Sa che ha davanti la lucida e gelida stella che ha sposato il suo amico, che ogni sera si accende e al mattino si spegne sempre uguale a se stessa, e che vuole da lui un lavoro preciso ogni giorno senza chiacchiere inutili e senza mai errori. E improvviso mi arriva il coraggio, senza proprio volerlo, le parole mi escono fuori da sole.
    
    “Ti ho sognato, sai Mauro, dieci minuti fa. Mi ero appisolata per la stanchezza appena arrivata in ufficio! C’era un piccolo porto di mare con un lungo canale a dividere il mondo di qua dal paese di là, un canale scurissimo, lento, profondo. E era ...
    ... estate, una estate caldissima…”.
    
    “Io dov’ero?”
    
    “Eri dentro al mio mondo, di qua, camminavi al mio fianco, parlavamo di tutto e di niente”.
    
    Non è vero, le parole non sono del tutto sincere. Io nel sogno lo tenevo per mano e provavo pian piano a infilare le mie dita tra le sue, una alla volta. Lui mi lasciava fare, poi all’improvviso strinse forte la mia mano e a quel punto non lo so se parlavo, qualche cosa di strano mi stringeva lo stomaco e accecava i pensieri.
    
    “C’era un ponte a metà del canale, con un traffico enorme, tutti andavano a velocità folle e passare era come buttarsi dentro ad un frullatore chiudendo gli occhi per non vedersi morire”
    
    “Io ce l’ho un frullatore, mia figlia non mangia la frutta e mia moglie gliela deve frullare, con qualche carota”.
    
    “Neanch’io mangio la frutta. Sai, nel sogno fumavo…”.
    
    “Fumi sempre e non dovresti, lo sai quanto scoccia a Francesco…”.
    
    “Si, ma in sogno fumavo la pipa, come un uomo, come un sano ispettore Maigret! Poi, passato quel ponte, il paese era strano per essere al mare, tutto rosa come un borgo montano ma i negozi fatti come a Parigi, oro e tanti vestiti…”
    
    “Io dov’ero?”
    
    “Camminavi con me, te l’ho detto, parlavamo del nuovo progetto per il Ministero”.
    
    No, bugia! Nel mio sogno la mia mano gli si era appoggiata alla spalla, la stringeva e si muoveva piano a scostare la camicia e a cercare la pelle, e la sua si era invece appoggiata al mio fianco, mi attirava al suo corpo camminando più stretti, e la ...
«1234...»