1. Una stella in febbraio


    Data: 08/03/2021, Categorie: Etero Autore: giullorenzo

    ... come il treno quando parte. Comincia dalle scarpe, me le toglie e sfila via i calzini sottili a righe colorate che porto sempre d’estate; sbottona i miei jeans e li toglie, poi sfila la culotte e mi viene da aprire le gambe, più che posso. Lui mi toglie la canotta, sbottona il reggiseno e lo lascia cadere. Non parla, non si spoglia, con le braccia mi gira, pancia in giù, poi allarga le mie gambe. Io non parlo, sono solo eccitata e lo aspetto, e una voglia tremenda sta infiammando il mio sesso e lo bagna. Lui mi si stende sopra, sento che si sta aprendo i calzoni e poi subito lo sento entrare. Dio, mi scopa, è bellissimo sentirlo dentro che si muove pian piano, che si appoggia al clitoride facendomi avere mille brividi dentro, poi si spinge là in fondo, e mi apre, e mi gode.
    
    Ma si ferma di colpo, esce e con una mano mi allarga le cosce, e poi subito un dito bagnato di saliva densissima mi entra dietro, forte, dritto, deciso. So che è un sogno perché non mi brucia quel suo dito che si muove là dentro; spingo appena, c’è una parte di me che lo vuole cacciare per tornare a svegliarmi ma ce n’è pure un’altra, più decisa e che invece lo tira più dentro. Mauro ha tolto il suo dito, ora sento il suo viso accostarsi e la lingua leccare là dietro e cercare di entrare anche lei. Poi saliva, e saliva, e saliva, e la lingua che la spinge dentro. E mi tira un po’ su con le mani, fino a mettermi appena in ginocchio, e mi allarga le gambe e io sento il suo pene che si appoggia e che ...
    ... spinge, che mi vuole aprire. No, non è più un pene, adesso, non è un organo maschile in erezione: è un cazzo, un cazzo durissimo e caldo, un cazzo che comincia a entrare dietro mentre il mio corpo lo spinge e si apre, fino a portarlo dentro.
    
    Lui si muove adesso, sempre senza parlare, lo spinge sempre più in fondo e sembra che a ogni sua spinta quel cazzo diventi più duro e più grosso. E mi prende sui fianchi, i suoi colpi sono sempre più forti, si, mi sbatte, mi sbatte. Non facciamo l’amore, no, Mauro usa il mio corpo; non facciamo l’amore, Mauro mi sta inculando. E il bruciore si fonde a un piacere tremendo, ogni istante è più intenso, a ogni colpo mi viene la voglia di urlare, dire “ancora, dai ancora”... Quando infine lui viene io lo sento, e poi lui piano piano mi si sgonfia là dentro, come quando si buca una palla. Lascia andare i miei fianchi e si alza.
    
    Apro gli occhi, ora dentro l’ufficio c’è un qualcosa di strano, un odore dolciastro. Sarà Mauro, con quei suoi dopobarba, avrà usato una qualche pomata, antirughe antistress antitutto. Sarà Mauro, con le sue spalle dolci e gli occhioni…
    
    Dio, devo telefonare a Francesco. E c’è tutta la settimana da impostare, da progettare... altro che sogni! Sogni? E se fossi io? Se quel sogno fossi semplicemente e banalmente io? Mando al diavolo questa mattina, esco in mezzo alla neve e cammino. Passo un ponte, guardo il fiume coperto di ghiaccio: gelido, come la vergogna che provo. Un semaforo, rosso: come la mia voglia di farmi ...
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