GALLINA VECCHIA
Data: 18/03/2021,
Categorie:
Etero
Autore: chiodino
Donata raggiunse finalmente il relativo rifugio dell'andito di casa. Qualche passo, la porta esterna dell'ascensore: le due vecchie portine interne, sdruscite attorno alle maniglie, erano un problema con tutte le sporte e sportine della spesa. L'aiuto signora. era il giovanotto della porta accanto, lo sentiva muovere alla sera da qualche giorno ed anzi l'aveva visto rientrare, sempre qualche sera prima. Giovane, non granchè. Grazie mille. Rincatucciata nel suo angolo,sudata, maledicendo le scarpe dal tacco troppo alto che le aveva regalato la donna architetto del secondo piano dove faceva le pulizie, lanciò un' occhiata al ragazzo. Sei bruttarello,pensò. Con quello sproposito di tacchi, un regalo appunto che però le era costato per far riparare la scarpa destra, era alta più di lui. Vent'anni o poco più, il viso un poco storto...no figliolo, sei proprio brutto. Cigolando il vecchio ascensore raggiunse il terzo piano e s'arrestò con il consueto scossone. Faccio io signora. Donata lo ringraziò con una specie di sorriso. Quelle portine erano semplicemente carogne.Adesso la rampa di scale. Lei, anzi loro, stavano in "paradiso" e l'ascensore si fermava al terzo. Una volta lo chiamavano l'abbaino, la soffitta. L'avevano poi nobilitato chiamandolo mansarda ed aumentando gli affitti. Donata ancheggiava un poco per bilanciare il peso delle sporte. Chissà se mi guarda il culo? Non che la cosa le interessasse più di tanto. Il loro piano, la porta di Donata. Lo spazio era poco. Un ...
... attimo per favore. E fu un attimo. La sacchetta delle arance si sfondò ed i frutti rotolarono veloci verso i gradini. Agile però, pensò poi. Donata non vide tutto:un paio di arance lui le parò comunque con i piedi, una o due con le mani. Finalmente riuscì ad aprire la porta. Aveva dovuto però posare un paio di sacchetti. L'aiuto signora. Poi tra ringraziamenti e convenevoli la spesa fu dentro. Anche lui fu dentro. Mica poteva negarglielo, ed anzi gli offerse da bere. Si sentiva un poco imbarazzata, era, per quello che ricordava, la prima volta o quasi che uno entrava li. A parte gli operai per la finestra ovviamante. Versò il the freddo tolto dal frigorifero. Anche qui i soliti convenevoli. Donata si accorse però di additare orgogliosa gli oggetti, per altri consueti, che solo negli ultimi anni erano entrati nella sua vita. Il piccolo frigorifero, il grosso ventilatore...spendo un sacco in elettricità. Il mio sogno è il condizionatore. Un sogno appunto. Da qualche anno guadagnava bene, ma...Un altro po' di the? Versi lei per piacere. Si era d'improvviso accorta di farsela quasi addosso. Chiuse con cura lo scrocco del bagno, piccolissimo anche lui e seduta e toltasi le mutande orinò, rumorosamente, nonostante cercasse di trattenersi. Una lavata alla parte, al viso, una rapida ravviata e tornò nel monolocale. Non aveva aperto cassetti, frugato, toccato o altro. Bevvero ancora per poi guardarsi imbarazzati. La ringrazio ancora, se mai avrà bisogno di qualcosa. Lui aveva scosso il ...