1. Amaranta la libellula


    Data: 18/03/2021, Categorie: Etero Autore: passepartout

    ... sentivo il profumo giungermi alle nari e lei sorridendomi mi disse. “Questa è la Mora di bosco…vuoi assaggiarla?” Annuii e lei si accovacciò sul mio viso, tirai fuori la lingua e iniziai a leccare e succhiare quel morbido frutto rosa, sentivo il nettare scendere nella mia gola, mentre Amaranta la libellula si dimenava gemendo sul mio volto, inzaccherandolo di miele. Poi dopo avermi spogliato completamente, sciolse le lunghe trecce nere e mi carezzò coi suoi capelli setosi, spargendoli sul petto, i capezzoli, il viso, la verga nodosa, mentre con le mie mani affusolate li strofinavo su tutto il resto del corpo. La sua bocca lambì feroce e dolce le mie labbra umettandole con la lingua, poi nettò i capezzoli, mordendoli, prima di cominciare a succhiare e leccare il mio cazzo, come poco prima avevo fatto col suo frutto succoso, la mano danzava veloce ed esperta sui nodi violacei e presto il seme conservato nelle palle inondò la bocca ed il viso della bella donna, ne bevve a profusione dissetandosi completamente. “Adesso devi farmi sentire dentro questo randello di carne.” Bisbigliò all’orecchio. Annuii e la misi a pecorina sopra il letto di foglie, feci entrare nel suo morbido frutto rosa il membro, facendo in modo che le mie palle e le sue bianche e morbide natiche si toccassero. Spingevo a fondo e a giudicare dai piacevoli gemiti, Amaranta la libellula stava godendo, ancora una volta il mio caldo sperma bagnò copioso la sua Mora, colando sulle cosce affusolate. Sfiniti ci ...
    ... abbandonammo ad un sonno profondo e ristoratore. La mattina seguente partimmo per il castello di Rule. Giungemmo a Rule dopo avere accettato un passaggio da un vecchio contadino, che dalla Strada della Provincia, ci condusse fino al municipio, da lì proseguimmo a piedi, ma prima ci fermammo a mangiare qualcosa in una locanda chiamata L’Accademia del piacere folle, un locale divertente dove donne nude servivano i tavoli, Amaranta non sembrò troppo imbarazzata e per la verità neppure io, credo proprio che vi farò ritorno. Quando entrai dal portone del castello la voce si sparse e in pochi minuti fui condotto negli appartamenti del mio Signore, insieme a Amaranta, Gasbar Signore di Rule, era un uomo sui quaranta, fisico atletico, lunghi capelli neri e profondi occhi scuri. “Vieni avanti Babar.” Mi disse agitando la mano, mentre sedeva accanto ad un tavolo pieno zeppo di carte. “Sì mio Signore, come lei ha comandato, sono andato nel Bosco Pervinca e vi ho portato Amaranta la libellula, la donna che possiede la Mora del bosco.” Mormorai solenne, inginocchiandomi e avvicinando la donna verso il tavolo. “Così siete voi Amaranta la libellula.” Disse Gasbar carezzandosi il mento pungente e fissando la deliziosa creatura. “Ebbene sì Signore di Rule, sono io Amaranta, cosa posso fare per voi?” Disse la donna inchinandosi ai piedi del Signore. “So che voi possedete un frutto molto particolare, che molti uomini sognano di avere, la Mora di bosco vorrei che quel frutto divenisse mio.” Sentenziò ...
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