1. Francesca


    Data: 20/03/2021, Categorie: Etero Autore: Befirst

    ... delle natiche, che provocavano in me splendidi pensieri. Ci salutiamo con uno sguardo. Uno sguardo e nient'altro, fra mani che si stringono, sorrisi di circostanza e qualche abbraccio.
    
    La serata prende subito a trascinarsi fra i ricordi e i soliti lazzi goliardici. All'inizio mi ero scoperto a sperare di riuscire a sedermi a tavola vicino a lei, e naturalmente alla fine ci eravamo seduti all'opposto. Nel complesso una serata deludente. I nostri otto anni, seppur non tantissimi, ci avevano irrimediabilmente allontanato, troppi interessi diversi, troppe differenze sociali, poiché la vita nel suo scorrere segna sempre in modo differente ognuno di noi. Guardavo Francesca chiacchierare con Marco e Lucia, seduti vicino a lei, sempre sorridente e sempre bella. Sapevo qualcosa del suo prematuro matrimonio e conseguente divorzio, del suo lavoro, della sua vita. Almeno una cosa avevamo in comune: un lavoro soddisfacente.
    
    Decisi di allontanare quei pensieri e di abbandonarmi alla serata che passò comunque lentamente, la pizza non era granché, la birra nemmeno: un altro venerdì abbastanza piatto, solo un po’ diverso rispetto a tanti altri. E fu subito il momento di salutarci.
    
    Lasciai la pizzeria nella più totale indifferenza. Ora almeno aveva smesso di nevicare e si guidava meglio. Dopo un paio di chilometri avvistai sul bordo della strada una vecchia Panda in panne. Non avevo alcuna intenzione di fermarmi a soccorrere qualche elemento che non aveva di meglio da fare che ...
    ... andarsene in giro in panda con quella neve, a quell'ora della notte…
    
    CAZZO! E invece rallento e faccio appena in tempo a scorgerla, al posto di guida che armeggia col cellulare. Mi fermo. “Ciao, Franci, … che ti succede… hai problemi con la macchina?”
    
    Mi sorride visibilmente imbarazzata: “Non parte, pensavo di chiamare un carro attrezzi”.
    
    Non posso credere alla fortuna che mi è capitata. “Ti do io uno strappo, poi il carro attrezzi lo chiamerai domani con calma”.
    
    Non se lo fa ripetere due volte. Rimetto in moto. Quasi non ho il coraggio di parlare, sento battere all'impazzata il cuore, come fossi un ragazzino alle prime armi. E' lei a rompere il ghiaccio: ci mettiamo a parlare del tempo, del lavoro. Evitiamo accuratamente di parlare delle nostre vite, di quegli otto anni, delle tante cazzate fatte, dei successi ottenuti.
    
    Non mi accorgo della sua casa:
    
    “Sono arrivata”.
    
    Deglutisco.
    
    “Bene”.
    
    “Vuoi salire a prendere qualcosa?”.
    
    Non ci posso credere: sono le due di notte e mi sta invitando a salire da lei.
    
    “No, è tardi, domani devo lavorare, anche se è sabato”….(Che cazzo ho detto! pensai)
    
    Mi sorride e mi bacia sulla guancia.
    
    “Ciao, fatti vedere ogni tanto”.
    
    Che cazzo ho detto!
    
    Se ne va
    
    Che cazzo ho detto!, non ci posso credere!
    
    Rimetto in moto l'automobile senza capire cosa mi sia preso. Mi metto a girare per il suo quartiere senza riuscire a capire come mai mi sia tirato indietro così. Francesca! Francesca! Francesca! Solo allora ...