1. Insonnia


    Data: 22/03/2021, Categorie: Etero Autore: giullorenzo

    ... pensieri, quei ricordi, continuavano ad affollarle la mente. Non poteva smettere di pensare che dopo lunghe discussioni telefoniche, la sera prima, si erano incontrati e G. le aveva praticamente detto di voler chiudere. Era stato ovviamente molto più diplomatico e aveva cercato di convincerla che serviva una pausa di riflessione, serviva distaccarsi un po’, per un po’ di tempo, secondo lui per provare a capire cosa gli stava succedendo, si addossava colpe e responsabilità, si diceva confuso e insicuro, voleva stare un po’ da solo. Lei gli aveva ribadito che non si aspettava nulla in cambio, che voleva solo vederlo ogni tanto, che non era a rischio la sua stabilità familiare, ma G. sembrava irremovibile, voleva chiudere. Lei sapeva di essere stata forse un po’ troppo pressante ultimamente, di aver forse esagerato coi messaggi, con le domande e lo aveva sentito più freddo, ma non voleva perderlo. Quella sera lui non le diede nemmeno un bacio, fu molto arido e aspro, lei tornò a casa piangendo e lo fece per tutta la notte, ma non aveva intenzione di mollare, non così facilmente almeno, così il giorno dopo gli scrisse un messaggio per dirgli che non le importava nulla di tutto quello che lui aveva detto, lei voleva vederlo subito, in quel ...
    ... momento.. E così G. la raggiunse al mare, sorrideva il “bastardo”, sorrideva mentre si avvicinava alla sua auto in sosta in disparte, all’invito di lei salì in macchina e sempre con quel sorriso da “stronzo” le chiese se era sicura di quello che stava facendo, lei in tutta risposta lo baciò con passione e gli mise una mano sui jeans, sentendolo già pronto gli chiese spudoratamente di tirarlo fuori per poterlo succhiare, G. non se lo fece ripetere due volte, si abbassò un poco i jeans e glielo mostrò così fiero e svettante.. era sempre molto bello il suo “junior”, chissà perché lui sembrava disprezzarlo o comunque irriderlo, era di una lunghezza normale e bello grosso, era fatto bene, di un bel colore rosa con una bella cappella u po’ più scura, faceva venire voglia di baciarlo.. e così fece ancora una volta, sentendolo impazzire nella sua bocca e dopo averlo bevuto tutto fu lei a sorridere stavolta, lui era ancora lì, tra le sue mani, nella sua bocca… era ancora suo.
    
    E sorrise anche quella notte al buio pensando che d’ora in avanti non si sarebbe più chiesta il perché, ma solo “quando” e mettendosi in posizione fetale, fece scivolare ancora la sua mano tra le gambe, alla ricerca di quel piacere che le avrebbe poi portato il sonno.
    
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