1. Call lady


    Data: 28/08/2017, Categorie: Prime Esperienze Autore: LordBrummell, Fonte: Annunci69

    ... per una cosa normale 150”
    
    Chissà che cosa vuol dire una cosa normale…. io sopra e lei sotto supina ? O da dietro così non mi guarda neanche in faccia ?
    
    Magari c’è un tariffario per ogni posizione, appeso alla porta del frigor, col bollo dei monopoli di stato.
    
    “OK, penso che verrò domani verso l’una, è troppo presto ?”
    
    “Noo, va bene sicuro ma quando sei in zona chiamami prima per confermare”.
    
    “Ti devo citofonare?”
    
    “No quando sei lì mi richiami e ti apro io”
    
    “Ok, ciao”
    
    “Ciao, ti aspetto”
    
    Prima di andare a dormire riguardo le foto sul sito compiacendomi della mia scelta. La guardo come si guarderebbero un paio di scarpe, o forse meglio come si guarderebbe una bella stampa in una bella cornice tentando di valutare l’impatto che farebbe sulla bella parete dell’ingresso (dietro la porta). Del resto è l’unico modo di valutare quello che lei è, per adesso. Quattro immagini elettroniche. Neanche di grande qualità.
    
    Al mattino mi sveglio d’improvviso e non ho neanche bisogno di un caffè doppio. Uno degli infiniti ingressi al multiverso si sta per aprire.
    
    Chissà perché ho aspettato tanto.
    
    Forse l’educazione cattolica.
    
    Forse stupida vanità di maschio che pretende che stuoli di fanciulle si arrendano naturalmente alla sua virilità senza sborsare un centesimo.
    
    Comunque io sto per correggere il mio errore.
    
    Alle 12.10 sono già fuori dallo stabile, per fare un accurato sopralluogo. Prima di mettere a repentaglio la mia traballante reputazione, ...
    ... magari incrociando qualcuno che conosco su per le scale…..
    
    “Ueilà cosa ci fai qui ?”
    
    “ Vado a trovare un amico”
    
    “Ah sì, certo, la zoccola che sta al terzo piano, ha ha ha !”
    
    Ho una nomea di deviante di cui vado fiero ma a tutto c’è un limite.
    
    L’edificio è elegante, dei primi del novecento, un classico palazzo signorile delle zone meno malfamate della metropoli. Il portone esterno è chiuso ma in genere dentro c’è un cortile-giardino e due scale subito dopo l’ingresso, una a sinistra e una a destra. Quando sono dentro che faccio ? Prendo l’ascensore (sempre che ci sia) o vado su per le scale ? Cosa farei se fossi lì per incontrare un amico o un collega ? Perché mi faccio tutte queste assurde domande ? Perché la sessuofobia di cui l’antica religione ebraica era permeata si è trasferita pari passu in occidente attraverso il cristianesimo ?
    
    Il portone all’improvviso si apre, magari è lei.
    
    Esce una signora con il cagnolino al guinzaglio.
    
    E mi guarda fisso.
    
    Forse ho la faccia colpevole prima ancora di aver peccato.
    
    L’interno comunque è esattamente come pensavo.
    
    Imparerò presto a mie spese che ovunque le fanciulle dai seni ambrati e gli occhi oscurati da strisce nere stiano, per qualche insondabile motivo, fuori dai loro portoni c’è sempre un continuo viavai di condomini, mamme con bambini, vecchietti che stanno lì fermi a guardare il traffico istupiditi per ore intere.
    
    Nei portoni a fianco niente.
    
    Nessuno.
    
    Forse è un messaggio dell’Onnipotente. E ...
«1234...7»