Il collare - Cap.6
Data: 29/03/2021,
Categorie:
Masturbazione
Autore: SBD, Fonte: EroticiRacconti
... euro, valanghe di scarpe. Non c'era nulla di semplice da mettersi senza stare troppo a pensare, ed anche se la sua figura a clessidra l'avrebbe fatta apparire sexy pure con un sacco di yuta addosso, perdevo ore per decidere cosa mettere. Era un po' come giocare con le bambole, e devo dire che quasi cominciai a prenderci gusto. In più dovevo sempre considerare il collare, se portarlo sempre al collo mentre ero un cane non stupiva nessuno, lo stesso non poteva dirsi stando nel corpo di un essere umano, di una donna. Era resistente all'acqua, questo mi permetteva di fare la doccia tranquillo. Vedevo Gianmarco osservarlo con curioisità talvolta, senza azzardarsi a chiedermi nulla a riguardo però. Essendo inverno, le sciarpe divennero mie amiche, ma comunque mi preparavo sempre una spiegazione prima di uscire (serve per smettere di fumare... è l'ultimo modello di activity tracker ...), ben presto però mi resi conto che non stupiva nessuno più di tanto vedermelo addosso. Capitò annzi che un paio di ragazze mi chiedessero addirittura dove l'avessi comprato... Il trucco fù tutta un altra storia... I primi giorni andai in giro conciato come una drag queen. Provai senza, ma notai che la gente mi guardava come fossi un alieno. Eppure il viso di Serena era liscio e fresco, naturalmete bello, ancorchè di una bellezza androgina. Riprovai col trucco, mi accontentai di sembrare la mistress di un bordello, d'altronde non sapevo come si truccasse di solito la donna. Anzi, non sapevo proprio ...
... niente di lei... Di grande aiuto mi fù rinvenirne l'agenda dentro la sua borsa il terzo giorno. Trovai curioso che qualcuno ancora tenesse un agenda cartacea. Era un bell'oggetto, d'altri tempi, rilegato in cuoio. C'erano scritti, oltre ai suoi numerossissimi impegni, tutta una serie di commenti, congetture, pensieri sulle persone che frequentava, che mi aiutarono ad entrare nella testa di quella donna, oltre che nel corpo. Mi divenne presto chiaro come Serena fosse una persona dura, diffidente, calcolatrice, che usava gli altri quando le conveniva, che li schiacciava quando doveva e che li ignorava nel resto dei casi. Non c'era traccia di rimorso, nelle sue note, sembrava grandemente a suo agio con tutte le nefandezze che compiva ogni giorno per lavoro, felice di quella vita. La cosa mi lasciò interdetto, guardingo verso le persone che incontravo, in palestra, a lavoro, nei suoi svariati impegni che cercai di onorare durante i primi giorni. Ero certo che tutti avessero un fondato motivo per meditare vendetta nei suoi confronti... A proposito del lavoro, mi resi presto conto che non potevo continuare ad andarci. Serena era un pezzo grosso nel suo ufficio, ma io non ci capivo un acca di quella roba ed i suoi collaboratori cominciarono presto a guardarmi male. Non era una questione di ostilità, quella c'era già di base, ma più che altro di rispetto : era come se il branco, quelle bestie dei suoi assistenti, riconoscesse che l'alpha fosse malato, fuori fase, che fosse giunta l'ora ...