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Il risveglio
Data: 30/03/2021, Categorie: Prime Esperienze Autore: pierpatty6151
... anonima confezione. Costava poco. M’insapono tutta e guardo i capezzoli che s’induriscono maliziosi. Arrivo, a lavare il cespuglio in mezzo alle gambe. La frego come il solito ma lei risponde diversamente. Si agita. Le grandi labbra prendono vita e si gonfiano. Le dita autonome continuano ad accarezzarle. Un fremito antico, strano, giovanile m’intrappola nel movimento. Inconsapevolmente continuo a farmi trascinare da quel piacere, tutto mio. Mi ritrovo sconvolta dal dimenticato piacere solitario. L’acqua calda continua a scendere. Un fremito mi sconvolge e godo con il mio solitario corpo. Le gambe sembrano non reggermi. Mi ritrovo seduta in doccia sconquassata da quel momento strano. Con sforzo mi riprendo raffreddando la pioggia mi sciacquo ed esco dalla doccia. Mi accorgo ora di aver ammucchiato vestiti e intimo per terra. Quale orrore, per me, persona ordinatissima. Scavalco il mucchio e afferrando l’accappatoio mi asciugo. Frego il mio corpo con forza gioiosa di sapere d’essere donna. Mi sembra di sentire mio padre: . Quella notte ho dormito bene! Che sia il godimento solitario, il mio sonnifero? La mattina successiva, mio figlio mi mette sotto il naso, una nota da firmare. Il direttore del suo istituto mi convoca urgentemente per comunicazioni. Chiedo le motivazioni ma non ho esaudienti risposte. Nella mattinata telefono alla scuola. Il direttore, non mi anticipa nulla, e concordiamo per l’indomani alle18. La mattina successiva, senza pensarci, tirai ...
... fuori un dimenticato tajer grigio, con gonna stretta e corta. Lo provo, va ancora bene, non sono ingrassata. Esagero: con collant nero autoreggente, tanga e reggiseno neri e semitrasparenti. Mi ritrovo davanti allo specchio, stupita del mio look, una volta era normale oggi è strano. In ufficio, sento mormorare e sguardi scivolarmi addosso. Sono sicura che molti mi vogliano. Sto bene, mi sento sicura. Il nuovo Collega mi si riappiccica, oggi devo portarlo in archivio. Entriamo nel vecchio piccolo ascensore che scende due piani sotto il garage, nel cuore della memoria della società. Lui è dietro di me, sento il suo respiro sul mio collo, un fremito stravolge la schiena. Uno scossone mi spalma sul suo corpo. La leggera stoffa del Taylor non trattiene il calore del suo corpo che sveglia il mio culino. Mi trattengo in quella posizione una po’ troppo e lui mi prende le tette nelle mani. Non protesto, anzi, all’arrivo gli sorrido maliziosa. Ci apre l’archivista, la sua vita passata sotto terra, io non lo sopporterei. Dopo le firme di prassi. Accompagno il collega per gli stretti corridoi, spiegando il modo di archiviazione. Parlo e ondeggio il culo. Non lo vedo ma sento il suo sguardo su di me. Arriviamo nel punto più distante. Lui mi ferma, mi gira, mi bacia senza fretta, sa di buon caffè, la sua lingua s’intreccia nella mia. Le mani corrono sul mio culo. Raggiunge il bordo della gonna che come animata si alza lasciando nudo il mio culo. Sento una mano fredda che sposta il tanga e ...