1. Il Corpo, il Verbo e la Mente |1/8| Caso 1


    Data: 31/03/2021, Categorie: Prime Esperienze Autore: Miss Ehrenfeld

    ... “Ti ha detto come abbia fatto ad entrare? Io sono arrivata adesso!” “E io che ne so? Lei credeva fossi già arrivata. E' entrata ed ha aspettato.” “Che follia. Beh, comunque. Ti richiamo.” Chiusi il telefono, disorientata. Tirai un sospiro e mi avviai verso la stanza colloqui. “Buongiorno.” “Lei è la dottoressa Alice?” “Sono la dottoressa Alice Ehrenfeld. Si pronuncia Elis Erenfelt.” “Ah, ok. Mi scusi.” “Come si chiama lei?” “Io sono Elizabeth Swann. Piacere.” La ragazza mi tese la mano. Rimasi sospettosa. “Come ha fatto ad entrare nel mio studio?” “Oh. Beh, la porta era aperta.” “La porta era aperta?” “Era aperta e sono entrata.” Continuai a rimanere perplessa. Le feci segno di accomodarsi sul lettino. Lei dunque prese posto e io mi sedetti accanto, sulla poltrona. Raccolsi taccuino e penna. Scrissi il suo nome sul foglio e mi morsi un labbro, presa da uno strano senso di disagio. “Si chiama davvero così? Elizabeth Swann.” “Si, perché?” “Quanti anni ha, lei?” “24 da compiere a luglio.” Annotai la data di nascita. “Lei sembra avere lo stesso nome di un personaggio di 'Pirati dei Caraibi'...” “Non so cosa sia.” “E' un film. Anzi, una serie di film.” “Ah. Mai visto.” Capìi che sarebbe stato un colloquio molto duro da gestire. “Ok, Elizabeth, iniziamo.” “Sa che le dico? Forse è meglio che vada via.” Disse la ragazza, alzandosi di scatto, come infastidita. “Aspetti, cosa fa?” “Lei non sembra la persona adatta per me. Arrivederci.” Io ero tramortita. Non ero la persona adatta? ...
    ... Adatta a cosa? Ero la migliore nel mio campo! Vogliamo forse scherzare? “Elizabeth, fermati!” “No, Dottoressa! Io ho aspettato qui un'ora. Lei non mi ha neanche stretto la mano. Mi ha subito tempestata di domande su chi sia, quanti anni abbia. Ha messo subito in dubbio le uniche cose che le ho detto! Qui non mi sento trattata nel modo giusto...” Un tuffo al cuore mi travolse e mi mise KO. Aveva ragione. Aveva profondamente ragione. Ero entrata nel pallone per non aver ricordato l'orario dell'appuntamento. Avevo probabilmente lasciato la porta aperta la sera prima e questo ha permesso ad una paziente sconosciuta di entrare nel mio studio. Avevo persino scordato di fare la cosa più importante di tutte: Mettere a proprio agio la paziente. Era visibilmente spaesata. Spaventata quasi. Mi ero comportata da vera stronza, altro che professionista! “Elizabeth, torna qui. Ti chiedo perdono. Sono stata davvero pessima con te. Mi dispiace.” Elizabeth mi guardò con sguardo severo, poi con iniziale reticenza tornò a sdraiarsi sul lettino. “Ti va un po' di tè?” “Ehm... no grazie.” rispose lei. “E' una miscela particolare. Tè nero misto a zenzero.” replicai io. “Aiuta a distendersi...” “Ok... ne assaggerò un po'. Grazie.” Le versai del tè fumante in una tazza e glielo porsi. Stavo cercando in tutti i modi di riconquistare la sua fiducia. “Perdonami se prima ho avuto un modo di fare poco carino. Ero soltanto disorientata dall'idea di averti qua senza che lo sapessi.” “Va bene...posso capire.” ...
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