1. Il Corpo, il Verbo e la Mente |1/8| Caso 1


    Data: 31/03/2021, Categorie: Prime Esperienze Autore: Miss Ehrenfeld

    ... Sembrava l'avessi scampata. “Com'è il tè, dunque?” “E' caldo. E' buono.” rispose lei sorseggiando poco a poco. “Quando ti senti pronta, possiamo iniziare.” “Iniziamo...” rispose lei. Presi di nuovo in mano il taccuino e mi accomodai sulla poltrona. Lessi di nuovo il nome e la data di nascita. Li cancellai. “Allora, Elizabeth... puoi chiamarmi Alice, se preferisci, anziché dottoressa Ehrenfeld. Si pronuncia 'Elis'.” “Va bene, come vuole.” “Di solito come ti chiamano le altre persone?” “Io in genere non uso mai il mio nome per intero.” “Ti va se ti chiamo Liz, d'ora in poi?” “Liz non mi piace.” “Allora Beth...” “Facciamo che per il momento io sono Elizabeth, per lei. Va bene?” Mmh. Una presa di distanza netta. Inizio complicato. Dovevo andarci cauta. “Va bene, Elizabeth. Mi sembra giusto.” Annotai di nuovo il suo nome sotto a quello già tagliato. “Parlami un po' di te.” chiesi io. “Che le dovrei dire?” “Non so. Quello che vuoi...” “Ok... ehm... dunque. Sono una studentessa universitaria. Ho studiato Scienze Politiche e convivo con il mio ragazzo da un paio d'anni.” “Come si chiama il tuo ragazzo?” “William.” Stavo per scrivere il nome del ragazzo di Elizabeth quando improvvisamente mi fermai. Stavolta credevo sul serio mi stesse prendendo per il culo. “Il tuo ragazzo si chiama William...?” “Beh... si. Perché?” Mi sentivo davvero una scema. Lei era Elizabeth e il suo ragazzo William. Non potevo credere a tali coincidenze. Cos'era, uno scherzo? “Posso chiederti il cognome del ...
    ... tuo ragazzo?” “William Cooper...! Perché mi fa queste domande?” Stavo sbagliando un'altra volta. Era talmente assurdo da risultare banalmente vero. Stavo diventando fin troppo scettica. Dovevo concentrarmi di più. Se mi avesse detto 'Will Turner' come l'altro protagonista di 'Pirati dei Caraibi' avrei certamente capito dove stava il problema. Qui, invece, sembrava essere solo una bella coincidenza. “Scusami...non ci fare caso! Mi vuoi parlare di lui?” “William ed io stiamo assieme da un po' di tempo. Ci siamo conosciuti su Internet. E' stata una relazione a distanza per un po' di tempo fino a che io e lui non ci siamo trasferiti in un'altra casa.” “Bene. Che lavoro fa?” “E' un ricercatore all'Università.” Annotai la professione di William sotto il suo nome. Per sopravvivere a quel colloquio avrei dovuto per forza rimanere imparziale e cercare l'assoluta concentrazione. Per farlo, occorreva dunque trasferire tutte le mie distrazioni mentali sulla carta in modo che esse non rimanessero ad occupare il mio cervello. Disegnai dunque un cappello da pirata sopra il nome di William e gli diedi il volto di Orlando Bloom. Dopodiché, voltai pagina per non doverla rileggere più. Usavo sempre queste tattiche coi pazienti, per cercare di non perdere la loro fiducia. Era il mio metodo per estraniarmi da giudizio. Loro parlavano con me e io dirottavo i miei pensieri sul taccuino, in modo che essi non potessero filtrare indietro attraverso le mie domande. “Come procede la vita da conviventi?” ...
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