Per sempre
Data: 07/04/2021,
Categorie:
Lesbo
Autore: Edipo
... occhio nero perché lei era più forte di loro e li stendeva facilmente. Nonostante questo aveva un viso dolcissimo e un bellissimo sorriso e le sue forme erano generose e morbide. Nei torridi giorni d'estate ci stendevamo nel posto più fresco che c'era, tra due querce, e giocavamo a dadi o ci raccontavamo le storie che inventavamo e come saremmo fuggite da quel posto per andare in un paese di favola che si chiamava Europa, un paese dove c'erano città con case vecchie di migliaia di anni e ce n'era una con una torre di ferro alta chilometri e un'altra con una grande chiesa sormontata da una enorme cupola ed era la grande chiesa di quelli che il reverendo Cribbs chiamava con disprezzo "papisti". Oppure saremmo fuggite nel continente da dove venivano gli antenati di Jennie che erano stati grandi guerrieri ma non avevano potuto combattere con le lance contro i fucili degli uomini bianchi. "Oh Jennie, vorrei essere nera come te", le dissi un giorno e la abbracciai e la baciai sulle labbra. Lei allora mi strinse e mi infilò la lingua in bocca e iniziò a toccarmi nelle stesse parti che toccava Felix ma stavolta provavo molto più piacere e la pelle scura di Jennie era pulita e non aveva l'odore di piscio e di alcool che veniva da quel porco. Così divenimmo amanti e nel vedere i nostri corpi nudi pensavo che fosse bello che il bianco e il nero si unissero in un solo colore, pensavo: è meraviglioso che dove finisce il bianco del mio corpo cominci il nero del corpo di Jennie, è ...
... meraviglioso sentire il suo viso che affonda nelle mie rientranze e le sue gambe che avvolgono le mie e la mia lingua che succhia i suoi capezzoli lunghi e induriti. "Ti amo, Debbie". "Ti amo, Jennie". "Hai un fiore tra le gambe". "Coglilo". "Di chi è questo corpo candido?" "Tuo. Amami senza finire mai, ho tanto bisogno di amore e dolcezza". "Vuoi ancora godere come prima?" "Sì, sono la tua schiava bianca". "Tra noi non ci sono serve e padrone". La madre di Jennie ci sorprese una volta e scoppiò in lacrime e disse che volevamo rovinare tutti loro e che sarebbero stati uccisi per colpa nostra e che saremmo bruciate nel fuoco dell'inferno. La figlia la calmò e le disse che eravamo come sorelle e come sorelle giocavamo. Ma la madre piamgeva e diceva a Jennie che avrebbe fatto meglio a sposare uno dei ragazzi che le volevano bene. "Sì" mi disse sottovoce, " passare la vita a sfornare figli come pagnotte e a spezzarsi la schiena su questi campi pieni di fango e di merda". "Jennie, scapperemo insieme?" "Certo, dobbiamo solo mettere da parte un po' di soldi". Lei qualcosa aveva messo insieme, andava nelle case dei bianchi a pulire e rubacchiava dove poteva, sempre piccole somme per non creare allarme. Io non potevo, avevo paura e in casa i soldi e anche i centesimi erano contati. Un giorno però Francis mi portò un biglietto da dieci, bello e nuovo, sapeva che cercavo denaro. Quando gli dissi perché mi serviva si rattristò ma poi cominciò a portarmi monete e monetine, e qualche biglietto, non ...