1. Alternanza scuola-lavoro


    Data: 09/04/2021, Categorie: Prime Esperienze Autore: Lerry

    ... tutto mia moglie". Scopro così due cose: uno, che il signor Banci ha l'appartamento sopra lo studio, al quale si accede anche tramite una scala a chiocciola, e due, che sua moglie non è affatto male, il tipo in carne, con le curve in salute che ti chiamano seducenti come le sirene di Ulisse. Scopro in realtà, dopo essere stato edotto sul daffarsi dalla signora Banci, una terza cosa, e cioè che suo marito o ha voluto fare il simpatico oppure non conosce la differenza semantica tra "dipingere" e "tinteggiare". Tuttimodi, la stanza da imbiancare non è molto grande e per fortuna sulle pareti già è stata fatta la camicia di stucco, quindi devo soltanto preparare la pittura e darci dentro di braccio. Infilo un camice di carta bianca, che mi porge stesso la signora, e inizio a darmi da fare, se non altro, penso, farò qualcosa nelle prossime ore che restano per completare il mio portfolio. La giornata è calda e sudo mentre, in piedi sulla scala, passo e ripasso la pennellessa sul soffitto. La signora Banci, fresca di doccia, indossa una t-shirt attillata e un paio di shorts che evidenziano la prima due bocce gonfie e morbide, i secondi le cosce piene e rotonde. Mi dà le spalle, è fuori al balcone a stendere i panni, e ogni volta che si cala per prendere un indumento dalla bacinella, mi mostra il culone massiccio e florido che sembra mettere a dura prova la tenuta del tessuto che lo riveste a forza, teso come la pelle di una tammorra. Proprio non riesco a staccare gli occhi da quelle ...
    ... grosse chiappe e mi arrapo al punto che comincia a farmi davvero male nei pantaloni, e rischio una trombosi al pisello se non eiaculo immediatamente. Ma andare al bagno significa perdermi lo spettacolo, e questo non lo voglio per niente al mondo, ché la signora Banci è meglio di un porno adesso, allora infilo la mano sinistra nelle mutande, mentre con la destra continuo a spingere la pennellessa avanti e indietro sul soffitto, afferro l'arnese e prendo a menarmelo con un certo ritmo, per quel che consentono le angustie dei vestiti, senza staccare lo sguardo dalle muliebri carni che mi occhieggiano più sensuali che mai. Sto quasi per venire, quando un movimento troppo concitato della mano mi fa perdere l'equilibrio, la scarpa scivola sul gradino della scala e precipito all'indietro, tirandomi appresso, nel vano tentativo di appigliarmi a qualcosa, anche il secchio di pittura che mi si rovescia addosso. Ho subito la percezione di non essermi fatto nulla, del resto anni di judo mi hanno insegnato a cadere, di lato e con la testa in avanti, ma questo la signora Banci non lo sa e quasi le viene un coccolone mentre corre verso di me, col viso congestionato dalla paura e urlando il mio nome intervallandolo tra un Madonna mia e l'altro. Sono certo di aver neutralizzato il colpo quasi del tutto, giusto un lieve risentimento alla spalla sinistra, ma la corsa della donna e le sue urla mi spaventano inibendomi la voce, sicché, anziché rassicurarla immediatamente e alzarmi per mostrarle ...
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