1. Alternanza scuola-lavoro


    Data: 09/04/2021, Categorie: Prime Esperienze Autore: Lerry

    ... frizionando dolcemente il cespo di riccioli. Nel frattempo io, molto meno filialmente, le punto le tette, che mi stazionano a due dita dalla punta del naso, e sento il cazzo premere nelle mutande, impaziente di riprendere il discorso di prima bruscamente interrottosi. Maria, intanto, si siede sul bracciolo della poltrona e il suo ginocchio sinistro poggia contro il mio. La stretta vicinanza con quelle cosce nude mi spappola il sistema nervoso e accolgo quindi con un certo sollievo l'entrata in scena del signor Banci. "Hai fatto proprio un bel lavoro di là, ragazzo", esordisce con un gran sorriso e spalancando le braccia, come se volesse stringere me e tutto il mondo intero in un immenso ed empatico abbraccio, "Davvero un gran bel lavoro! Altro che quegli imbianchini che si sentono Raffaello Sanzio e che son buoni solo a spillarti quattrini". "Lei è troppo buono, dottor Banci, non ho nemmeno completato il lavoro...", mi schernisco ostentando umiltà. "Ma quale dottore, chiamami Vittorio, e, credimi, so riconoscere un buon lavoro da uno scadente. Hai una buona mano, figliolo, diventerai un grande artista, lasciatelo dire da uno che se ne intende". Non so se quella che sento sia una battuta, e quindi buona costumanza imporrebbe almeno un sorriso di circostanza da parte mia, o l'ennesima esternazione semanticamente confusa del mio interlocutore, ma, spiritosaggine o meno, Vittorio non mi dà il tempo di alcuna reazione, perché, mano destra dietro la schiena, avanza verso di me ad ...
    ... ampie falcate, tira fuori un portafogli gonfio come quello di un benzinaio, ne estrae una, due, tre banconote da 100 e me le porge, stirando sornione le labbra sotto i folti baffoni color ruggine. "Tieni, ragazzo", fa solenne, "per il tuo lavoro e per il tuo futuro". "No no", scuoto vigorosamente la testa, "sono troppi, davvero. Non posso accettare. Se il mio tutor sapesse una cosa del genere...", butto lì da vero figliodiputtana. "Oh-oh-oh", ridacchia come un fumetto l'uomo, "ma il tutor non deve sapere un bel niente. Assolutamente! AS-SO-LU-TA-MEN-TE!!! Questa è una cosa che riguarda me e te, roba da uomini, insomma, la scuola lasciamola fuori". "Ma sono comunque troppi per un lavoro non finito. Me lo faccia almeno completare". "Ma scherzi?!? A me serviva solo che qualcuno ci mettesse mano, in quella stanza. Sai com'è, la pigrizia, ma adesso quel poco che resta posso finirlo io. E poi non sono troppi, ci ho messo dentro anche qualcosa che hai fatto allo studio. Insomma, niente storie, prendi questi soldi", e mi afferra una mano e vi sbatte bonariamente le banconote sul palmo, richiudendovi poi sopra le dita. "Bene, adesso se stai meglio puoi farti una doccia, che sei tutto inzaccherato di pittura. Maria ti darà degli asciugamani puliti e qualcosa di mio da metterti addosso... ti andranno un po' larghi i calzoni, ma per arrangiare può andar bene. Dopodiché, rimani a pranzo da noi, va bene?" Annuisco. "Molto bene. Maria cucina divinamente, vedrai. Adesso io scendo allo studio, ...
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