1. Alternanza scuola-lavoro


    Data: 09/04/2021, Categorie: Prime Esperienze Autore: Lerry

    ... ci vediamo tra un po'". Finalmente, sotto la doccia, posso sfogare la voglia che mi tende il membro allo spasimo, un arco di carne dura stretto nel pugno e infilato sotto il getto di acqua bollente che fuoriesce dal manubrio, che tengo con l'altra mano a qualche centimetro dalla cappella. È stato Tullio ad indirizzarmi a questa pratica, sostenendo che la sensazione di calore è simile a quella che si prova quando entri in una passera. Io non ho il termine di paragone per testarne la veridicità, ma in effetti il piacere è amplificato e, dopo non molto, spruzzo come un idrante ripercorrendo, fotogramma per fotogramma, il film di Maria Banci sul balcone, china sulla bacinella, col grosso culo in primo piano che mi chiama, Lerry Lerry, mi dice, Lerry, bel cazzone, vieni a chiavarmi, sfondami, riempimi di sborra bollente. I pantaloni di Vittorio, un paio di bermuda di lino per l'esattezza, sono in effetti un po' larghi, ma morbidi e confortevoli, mentre la t-shirt dei Doors è una piacevole spia di un comune gusto musicale (inoculatomi da mio padre, per quanto mi riguarda, fin dall'epoca dell'impriting) che, per un attimo, mi mostra il signor Banci sotto un'altra luce, quella dalla quale traspare, come in filigrana, il riverbero di una giovinezza satura di aspettative e di sogni, giovinezza non lontana anagraficamente - ché il soggetto in questione non ha ancora compiuto i 40 -, ma presto soffocata, avvilita, repressa dalle responsabilità professionali e dagli ingranaggi di una ...
    ... società che persegue il massimo profitto, piuttosto che la libertà e la poesia (questo per parafrasare il prof di italiano, che colgo qui l'occasione per ringraziare). Da par suo, inoltre, la cucina di Maria Banci rispetta le aspettative innescate dagli elogi del marito, specialmente se si tiene conto del poco tempo utilizzato per mettere in tavola il vettovagliamento. Per gli amanti del dettaglio: pasta alla Norma e scaloppine al limone. Il tutto accompagnato con del Chianti rosso, che al secondo bicchiere mi ha già mandato fuori giri. Vittorio tiene banco, durante il pranzo, in pratica parla soltanto lui, io e Maria ci limitiamo ad annuire di tanto in tanto. Parla di lavoro, o meglio di un mio lavoro futuro alle sue dipendenze, da portare avanti - con una certa flessibilità nell'orario, precisa per rendere più allettante l'offerta - di pari passo con l'Accademia, alla quale, interrogato sui miei progetti prossimi futuri, ho detto di volermi iscrivere dopo il diploma. L'eloquio del Gran Cerimoniere è logorroico, non è arginato nemmeno dalle corpose forchettate di penne di cui si riempie la bocca, e fatico a seguirlo anche perché, arrivato a metà scaloppina, ho netta la sensazione di qualcosa - una mano, sì, proprio una mano! - che prima mi sfiora la coscia sinistra, su e giù, su e giù un paio di volte, poi si poggia sulla patta, ferma immobile, come un gatto che, trattenendo il respiro, fissa il fringuello davanti a lui, aspettando il momento propizio per l'attacco letale. Mi ...
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