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Cinque minuti di follia
Data: 10/04/2021, Categorie: Prime Esperienze Autore: PearlandJam
... mia eccitazione, che mi accorgo aumenta sempre di più, insieme alla sorpresa per i pensieri decisamente poco sobri che mi stanno attraversando la mente. La serata si avvia ormai verso la conclusione senza che succeda altro. La mia amica ed io ci alziamo, andiamo dentro a pagare il conto e quando usciamo vedo il tipo davanti all'entrata, seduto sulla stessa panca dove l'avevo visto la prima volta, che sta messaggiando col cellulare. Mentre gli passo davanti alza gli occhi e i nostri sguardi si incrociano. Questo contatto dura lo spazio di una frazione di secondo ma sono quegli attimi che sembrano riuscire a rallentare il tempo, a congelarlo. Tutto il mondo si riduce in quello sguardo, in quell’attimo. Ho un tonfo allo stomaco, mi sento rimescolare dentro, e l’eccitazione mi esplode tra le gambe, erano sensazioni che non provavo da tempo. Arriviamo alla macchina, la mia amica sale, io apro la portiera ma esito, non riesco a decidermi. Ma che mi prende? Penso per l’ennesima volta stasera. La mia amica è divertita. “Avevi ragione, sai? Quel tipo è una gran bella visione,” mi dice strizzandomi l’occhio. “Allora, ti decidi? Vuoi farmi aspettare qui tutta la sera?” "Devo essere completamente folle, ma lo sai a cosa sto pensando?" "Si, lo so a cosa stai pensando. Ed è meglio che ti sbrighi prima che il tuo bello ritorni al tavolo.” “Sì, ma cosa gli dico? Non ho mai abbordato uno sconosciuto, non so se riesco a parlargli…” “Perché, cosa vuoi fare? Consegnargli un ...
... invito scritto? “Caro signor Bla bla bla, ho il piacere di invitarLa nel bagno al piano di sotto per un incontro piccante con la sottoscritta”. Ecco, scrivi così che verrà di sicuro!” È un attimo, un attimo di follia. Sento una strana euforia mentre mi siedo in macchina, apro la borsa, cerco la mia agendina e ne strappo un foglietto, ci scribacchio qualcosa in fretta e ritorno verso la pizzeria, mentre sento la mia amica dirmi ridendo che non sto bene. Lui è ancora nello stesso posto, e ancora è alle prese con il cellulare, sta scrivendo. Non mi è mai passato per la testa in vita mia di fare una cosa del genere, ma ormai ho l’adrenalina a mille, che mi dà una sfrontatezza che non mi appartiene. Mi avvicino. Ho solo un impercettibile attimo di esitazione quando lui alza la testa proprio mentre lo sto raggiungendo, e per la terza volta i nostri occhi si incontrano. Stavolta sento un fuoco che mi esplode dentro, non so nemmeno io come fa la mia voce a non tremare mentre consegnandogli il mio gli dico: “Guarda, credo ti sia caduto questo.” E gli consegno il biglietto, chinandomi leggermente in avanti per lasciarlo nella sua mano. Quasi sfioro la sua testa, profuma di buono. Lui prende il biglietto sorpreso, oltre a sapere benissimo di non averlo perso, mi ha visto arrivare e sa che non mi sono chinata a raccogliere nulla. Prima che possa obiettare qualcosa passo oltre decisa, e mi avvio verso il piano di sotto, dove si trovano i bagni. Entro nel bagno delle ...