L'altro lato del muro - Racconti Erotici

L'altro lato del muro

... ci fu silenzio, sorseggiamo il caffè in piedi, l’uno davanti all’altra. Se non ci fosse stato Diego sarebbe successo il finimondo, ma fummo costretti a stare fermi. Finito il caffè le diedi la tazzina che lei posò sul tavolo.

- “Potresti svegliarti prima la mattina, ad esempio”.

Quella frase fu tutto, non serviva nemmeno continuare quel discorso. Finito il caffè ripresi Diego e tornammo a casa. La mattina seguente la sveglia suonò un’ora prima, con la scusa di dover iniziare prima a lavoro salutai mia moglie che ancora dormiva e uscì di casa. Era ancora presto, in giro non c’era nessuno, la gente dormiva ancora, tutta tranne una che mi aspettava davanti la porta del suo appartamento, in camicia da notte e sotto con delle autoreggenti e un corpetto di pizzo nero. Scopammo per un’ora che purtroppo passò velocemente, non riuscivo a staccarmi dal suo corpo fantastico, sentirla addosso e possederla era un sogno. Le sue labbra mi regalarono un pompino da favola, uno di quelli che difficilmente si dimenticano, a meno che la stessa non te lo rifaccia il giorno dopo e l’altro ancora, così come stava succedendo tra noi due. Ogni mattina la stessa storia, per una settimana la sveglia suonò prima del dovuto e la giornata lavorativa fu più fruttuosa del solito, fino a quell’ultima mattina, quando Francesca mi deliziò con un ultimo regalo, donandomi il suo splendido culo. Quel giorno fu fantastico, la scopai più forte del solito, sapevo che sarebbe stato l’ultima volta e volevo godermi ogni minima parte del suo corpo. Quell’ultimo giorno ci scatenammo come non mai, quella mattina ebbi l’impressione che a sentirci non furono soltanto quelle 4 mura ma bensì tutto il palazzo e chissà, forse anche mia moglie dall’altra parte del muro..