Padre nostro
Data: 11/04/2021,
Categorie:
Incesti
Autore: Erotico Scrittore Charles Boudlaire
... pose le sue dita sul limite della mutandine iniziando lentamente ad abbassarle un po’. Non vide nessuna reazione, non vide nessun movimento da parte della ragazza e allora continuò. Fece scendere ancor di più le mutandine. Il suo culetto perfetto e sodo iniziò ad apparire sotto i suoi occhi. Più sfilava e più quella visione paradisiaca lo ipnotizzava. Si fermò ancora un momento ma fu ancora silenzio e allora arrivò all’ultimo stadio della svestizione. Abbassò la mutandina in modo da intravedere lo spacco fra le gambe e le labbra della fica appena accennate. Quel corpo lo stava facendo impazzire di eccitazione. Sentiva il fuoco dentro di se. Avrebbe voluto prenderla, farla sua. Affondare in quella figa adolescenziale ma si trattenne. Non era ancora quello il suo obiettivo. E allora estrasse il cazzo dai pantaloni e avvicinandosi ancora di più iniziò a scappellarlo quasi sfiorando il culetto della suora. Iniziò a masturbarsi, in modo osceno, animalesco a pochi centimetri da quel corpo. Penso a tutte le cose più depravate che gli avrebbe fatto fare e più pensava più la sua carica di eccitazione aumentava. Arrivò finanche a pensare di metterla incinta. Mamma mia il massimo per un prete. Mettere incinta una giovane suora. Il massimo della depravazione. Continuò a masturbarsi e sentì crescere l’eccitazione. Continuò ed arrivò al limite dell’orgasmo. Spugnettava il suo cazzo sempre più forte. Indirizzò la cappella verso quel culetto e venne. Venne con una quantità infinita di ...
... sborra che esplose dal suo cazzo. Venne sul culo della suora. Venne sperando che non si svegliasse. Venne indirizzando il getto di sborra verso lo spacco, fra il culo e la figa. Venne e ne fu totalmente appagato. Si calmò, si ricompose e lentamente, senza far rumore si allontanò da quella stanza, prima però lanciò un ultimo sguardo a quel culo sommerso di sborra. Il sole iniziava a riscaldare l’aria in quella mattina di primavera inoltrata. La luce penetrava oltre le ante semi aperte della stanza di suor Anna. La giovane donna si svegliò e la sua attenzione fu subito attirata da qualcosa di appiccicoso sul fondoschiena. Si mise di traverso per cercare di guardare poi allungò una mano e con le dita andò a toccare quella strana sostanza che dal culetto la impastricciava fino in mezzo alle gambe. Ne raccolse in po’ e portò le dita al naso. Riconobbe subito, anche se erano passati degli anni, che si trattava di liquido seminale. Era sborra, sborra di un uomo. La odorò ancora e poi capendo che l’unica persona di sesso maschile, in quel palazzetto di fianco alla chiesa, fosse il parroco, padre Francesco, sorrise compiaciuta. Quell’uomo, quel prete la sconvolgeva. Era stato capace, la notte, di venire fin nella sua stanza. Era stato capace di abbassare le mutandine. Di masturbarsi sul suo corpo. Di sborrare sul suo corpo. Di possederla anche non toccandola e stando a pochi centimetri da lei. Suor Anna ne fu turbata ma affascinata, rapita da tanta sfacciataggine di quell’uomo che avrebbe ...